Atomiade, la scienza formato ping pong Oggi al via le olimpiadi dei ricercatori
A Varese 1.500 studiosi di 15 Paesi per 24 discipline sportive . Tra laboratori e allenamenti
Harald Muellejans si tuffa in piscina in pausa pranzo. Laureato in Fisica, esperto di fotovoltaico, nuota tre volte a settimana ma in vista delle gare del weekend ha intensificato gli allenamenti. È uno degli oltre 1.500 atleti-ricercatori che si sfidano nell’«Atomiade» ospitata per la prima volta dal Joint Research Center di Ispra (Varese). Le gare sportive iniziano oggi: 24 discipline che coinvolgono gli scienziati dell’Associazione delle comunità sportive degli Istituti europei di ricerca (38 centri in 15 nazioni). «Sono in Italia dal 2001 — racconta Muellejans, tedesco —. Accanto al lavoro ho sempre praticato sport. Sono “ranista”, ma faccio un po’ di tutto». Nelle cinque edizioni passate dell’Atomiade ha raggranellato una trentina di medaglie. «Anche quest’anno punto a un buon risultato nella mia specialità». Quartier generale dell’evento è l’ippodromo Le Bettole di Varese, teatro dell’inaugurazione di ieri, ma gli spazi di gara sono distribuiti per tutta la provincia con piccole incursioni anche oltre confine (a Castelletto Ticino, nel Novarese e a Milano). Per quanto riguarda il nuoto, oggi si terranno le sfide in vasca nelle strutture che il Comune di Varese ha concesso, con gli atleti divisi per fasce d’età. Domani invece ci si tufferà nel lago di Monate. «Una novità di questa edizione».
Tutt’altra storia quella di Agnes Hegedus, 48 anni, ungherese arrivata in Italia per seguire la sua carriera sportiva. Oggi si occupa del budget di una unità scientifica al Jrc di Ispra. Non toccava la racchetta da ping pong da un bel po’. «Dopo 23 anni di agonismo da giocatrice in Nazionale non volevo più saperne». Poi ha ceduto alle insistenze dei colleghi: «Mi hanno detto che non potevo mancare nell’anno in cui ospitavamo le competizioni». Così ha ripreso ad allenarsi e ha dovuto aggiornarsi. «Da quando ho smesso sono cambiate le regole, ho dovuto ristudiarle». Mentre per questioni di sovrapposizione di orari è stata costretta a rinunciare al canottaggio, a cui si era iscritta. A spingerla non è solo l’agonismo. «È una manifestazione allargata e familiare, in cui il divertimento si mescola allo spirito di competizione». Tant’è che ogni giornata di gara termina con musica, feste e piccoli concerti. «Un’occasione per creare contatti per il futuro, in una cornice che gli altri ricercatori possono solo sognare».
Nel 2017 sono partite le prime riunioni per organizzare l’evento che ha cadenza triennale. Da quel momento il comitato diretto da Paolo Pizziol non si è più fermato. Del gruppo di lavoro fa parte anche Salvatore Tirendi, 54 anni. Il ricercatore chimico a Ispra si occupa della sicurezza dei prodotti di consumo. Nel tempo libero mette calzoncini, scarpe da ginnastica e scende in campo per fare gol. «Presentiamo due squadre di calcio a sette misto, siamo al debutto. La cosa buffa è che abbiamo più donne che uomini: ribaltiamo gli stereotipi». Maglia azzurra per un team, arancione/rossa per l’altro. «Per me è la prima volta all’Atomiade — dice —, la difficoltà è stata incrociare gli impegni lavorativi di tutti per gli allenamenti». Poco importa, perché «lo scopo è poter incontrare colleghi di altre nazioni che hanno background simile e scambiarsi opinioni. C’è rete tra i vari centri, ma non così completa». Il Jrc di Ispra ha fatto il pieno di medaglie ai giochi del 2015 in Belgio, ora deve confermare il successo.