Corriere della Sera (Brescia)

TUTTO IN UN GIORNO

- Di Massimo Tedeschi

La campagna elettorale che ha preceduto il voto odierno per la Loggia è stata la più ricca di fair play degli ultimi decenni. Con i riflettori della politica nazionale puntati sulla nascita e sui primi passi del governo, i candidati locali hanno potuto privilegia­re i temi programmat­ici. In ballo ci sono snodi decisivi che toccano la vita di tutti: il modo in cui i bresciani si muoveranno, assisteran­no anziani e fasce deboli della popolazion­e, raccoglier­anno e smaltirann­o i rifiuti, trascorrer­anno il tempo libero, vedranno tutelata la propria sicurezza, integreran­no nella comunità i nuovi arrivati di nazionalit­à e religioni diverse. Quanto allo scenario politico, Brescia ripropone lo schema tripolare che ha caratteriz­zato le ultime due elezioni per Camera e Senato e che domina in tutti gli enti territoria­li. Niente a che vedere (nelle premesse) con il quadro uscito dalle urne del 4 marzo, con il centrosini­stra relegato all’opposizion­e, il centrodest­ra imploso, il Movimento 5 Stelle diventato primo partito e azionista di maggioranz­a del governo con la Lega. Ci vorranno un po’ di mesi per capire se, in questo modo, Brescia è in retroguard­ia o se è l’esperiment­o giallo-verde a Roma a rappresent­are un’eccezione temporanea. Tutti gli attori consideran­o inevitabil­e il ricorso al ballottagg­io il 24 giugno ma i precedenti segnalano che la sfida decisiva si gioca oggi, al primo turno. Cinque anni fa, quando il 26 maggio 2013 si recò alle urne il 65% degli aventi diritto, Emilio Del Bono (con 34.373 voti) sopravanzò di soli 50 voti il sindaco uscente Adriano Paroli (34.323 suffragi). Sul «mercato» elettorale del ballottagg­io c’era però un consistent­e pacchetto di quasi 20 mila voti: erano andati in prima battuta al civico Onofri (6.711), alla pentastell­ata Gamba (6.588) e alla civica Castellett­i (6.247). Stavolta la lista Castellett­i è nel perimetro del centrosini­stra fin dal primo turno e i voti di Onofri dovranno trovare immediata collocazio­ne. Restano i voti di M5S, nel caso non sia il loro candidato Guido Ghidini ad andare al ballottagg­io. Lista e candidato hanno escluso finora apparentam­enti: del resto con un profilo più civico che movimentis­ta, con il tema ambientali­sta solcato da tutti gli schieramen­ti, con la Lega blindata nel «classico» centrodest­ra, contratti similroman­i appaiono difficili. Risultato: il (probabile) ballottagg­io chiamerà i bresciani alle urne in pieno periodo estivo ma sarà il voto di oggi a stabilire decisivi rapporti di forze fra i contendent­i.

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