Medtronic, un caso nazionale: si muoverà anche il Governo
Salvini: ci muoveremo come Governo. Intanto parte un tavolo in Prefettura
La presenza, venerdì sera, di Matteo Salvini a Brescia ha spinto la vicenda Medtronic sul palcoscenico nazionale. Dopo l’incontro con una rappresentanza degli oltre 300 lavoratori che da metà 2020 rischiano il posto di lavoro, il neo ministro dell’Interno ha promesso: «Come Governo ci stiamo muovendo perché mi sono rotto le scatole delle multinazionali che prendono denaro pubblico in Italia e poi licenziano la gente». Dello stesso avviso anche il ministro per il Lavoro e lo Sviluppo, Luigi Di Maio che ieri ha sottolineato come: «Bisogna fermare le delocalizzazioni delle aziende».
La presenza, venerdì sera, di Matteo Salvini a Brescia ha spinto la vicenda Medtronic sul palcoscenico nazionale. L’incontro con una rappresentanza degli oltre 300 lavoratori che da metà 2020 rischiano il posto di lavoro ha consentito al neo ministro dell’Interno di ricordare dal palco, dove ha chiuso la campagna elettorale della candidata sindaco Paola Vilardi, che: «Come Governo ci stiamo muovendo perché mi sono rotto le scatole delle multinazionali che prendono denaro pubblico in Italia e poi licenziano la gente. Hai preso i soldi? Stai qua». Dello stesso avviso anche il ministro per il Lavoro e lo Sviluppo, Luigi Di Maio che ieri ha sottolineato come: «Ci sono tante crisi aziendali e persone disperate che vivono in un costante senso di precarietà. Ci sono aziende che vogliono delocalizzare e vanno fermate soprattutto se hanno preso fondi dallo Stato. Occorre poi tenere a mente che in ballo ci sono persone e non numeri».
E mentre il Governo guarda a Brescia, ieri per i lavoratori e le lavoratrici è stato un sabato di presidi davanti ai cancelli della Medtronic di Roncadelle e Torbole Casaglie. Turni di quindici persone per quattro ore e rappresentanti delle tre sigle sindacali «per non lasciare mai soli i lavoratori» in vista di una lunga «battaglia» per il posto di lavoro. Stabilito anche il «programma» della vertenza con lunedì l’assemblea generale dei lavoratori a Roncadelle mentre martedì, alle 16, l’appuntamento è in prefettura. Chiesta la disponibilità ad Aib ad un incontro «per passare dalle parole ai fatti in tema di nuove relazioni industriali – ha precisato Alberto Pluda, segretario generale della Cisl - anche perché se il Ministero dello sviluppo dovrà svolgere il ruolo di facilitatore, con gli industriali locali dovremo fare un bel pezzo di strada insieme».
Giudicate inaccettabili le proposte per una possibile ricollocazione dei dipendenti: per gli ingegneri è stato previsto un trasferimento in Irlanda (sede della Covidien rilevata nel 2015 per 49,8 miliardi di dollari) o nella sede centrale in Minnesota mentre per i lavoratori si aprirebbero le porte di uno stabilimento, ma in Messico. La decisione di cessare l’attività è comunque arrivata come un pugno nello stomaco nonostante l’azienda avesse parecchie commesse da soddisfare. E proprio negli stessi giorni in cui lo scorso anno si è chiusa la trattativa per lasciare a casa 115 esuberi. Al tempo si è fatto ricorso alle “politiche attive” passando dalla formazione e puntando al collocamento con uno stanziamento da 250 mila euro da parte della Provincia e 200 mila messi sul tavolo dall’azienda. Drammatici i risultati che ad oggi vedono solo 3 lavoratori occupati in un’altra azienda.
La proposta La società si è detta disponibile a ricollocare le maestranze ma in Irlanda e Messico
Salvini Pronti a intervenire come Esecutivo
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