Corriere della Sera (Brescia)

I medici fumano, l’ospedale realizza la «sala sigarette»

Polemica a Lecco per l’iniziativa del Manzoni Spesi 18 mila euro per ristruttur­are un locale

- Barbara Gerosa

LECCO Vietato fumare nelle vicinanze dei presidi ospedalier­i. Presso le pertinenze esterne dei reparti di ginecologi­a e ostetricia, oltre che di neonatolog­ia e pediatria. Lo dice la direttiva dell’Unione Europea sul tabacco, entrata in vigore in Italia con un decreto diventato operativo il 2 febbraio del 2016. Fumare in ospedale non si può, ma la verità è che spesso si fa. Così anche se sulla carta la sigaretta sarebbe off limits ovunque, anche sui balconi e nel cortile, di fatto si fuma anche lì. E presto i medici e gli infermieri delle sale operatorie del Manzoni di Lecco lo potranno fare in un apposito locale attrezzato.

Una decisione destinata a far discutere, anche se le intenzioni dei vertici aziendali vanno proprio nella direzione di una maggiore tutela dal fumo passivo. Tutto nasce a seguito di un controllo lo scorso marzo da parte degli ispettori dell’Ats che hanno riscontrat­o odore di fumo a fianco del blocco operatorio 1. Nessuno è stato sorpreso con la sigaretta accesa, ma evidenteme­nte qualcuno lo aveva fatto poco prima. Se negli altri reparti infatti chi non sa resistere al bisogno impellente di nicotina, solitament­e esce sui terrazzini, all’interno del blocco operatorio che rimane in un piano interrato dell’ospedale non è possibile. Per risolvere il problema, l’azienda ospedalier­a ha deciso di trasformar­e un locale, in origine una tisaneria a disposizio­ne degli infermieri, in sala fumatori. I lavori sono già iniziati e si concludera­nno a breve. Costo: 18.000 euro. Servono porte a chiusura automatica, pareti senza aperture, impianti meccanici di ventilazio­ne forzata, tali da garantire una portata d’aria filtrata di ricambio supplement­are. Così da evitare che in qualsiasi modo il fumo possa raggiunger­e le sale operatorie.

Tra il personale c’è chi appoggia la decisione. «Chi ha un turno di otto ore e soffre di tabagismo, è costretto ad allontanar­si tutte le volte per fumare una sigaretta. In questo modo è più semplice e più corretto», spiegano alcuni operatori. Ma non mancano le polemiche, consideran­do soprattutt­o le risorse investite. «Una scelta che stride con le campagne promosse a tutela della salute dei cittadini», obiettano altri. Da parte loro i vertici aziendali rimarcano le motivazion­i che li hanno spinti ad agire in questo modo. Invece di ignorare il problema hanno deciso di affrontarl­o e risolverlo. Niente più posacenere all’ingresso della hall dell’ospedale, sono stati spostati in un’area verde poco più in là, e soprattutt­o una sala dedicata nei pressi del blocco operatorio. «Vogliamo tutelare innanzi tutto i non fumatori, che non saranno più costretti a respirare fumo passivo — spiega l’Asst di Lecco —. In questo modo, inoltre, medici e infermieri in servizio non dovranno più uscire in cortile durante i turni per una sigaretta». Meglio insomma un chirurgo rilassato che in crisi d’astinenza da nicotina. Chissà se quei 18.000 mila euro potevano essere spesi per aiutare a liberarsi dal vizio del fumo.

La direzione «In questo modo il personale non dovrà più uscire in cortile durante i turni»

 ??  ?? Il nosocomio L’ospedale Manzoni di Lecco è il principale ospedale della provincia. Il Manzoni è stato inaugurato nel 2000. Diviso in tre edifici, ha una capienza di 902 posti letto (foto Newpress)
Il nosocomio L’ospedale Manzoni di Lecco è il principale ospedale della provincia. Il Manzoni è stato inaugurato nel 2000. Diviso in tre edifici, ha una capienza di 902 posti letto (foto Newpress)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy