Corriere della Sera (Brescia)

Il marito violento aveva complici? È caccia aperta

Qualcuno potrebbe avergli dato una mano a occultare il corpo della donna

- Di Lilina Golia

Non è escluso che Abdelmjid El Biti, l’ex marito violento in carcere da mercoledì scorso con l’accusa di aver ucciso Souad Alloumi, la madre dei due figli, sia stato aiutato a far sparire il cadavere della giovane scomparsa nel nulla domenica scorsa. La polizia sta stringendo il cerchio delle ricerche.

Il cerchio delle ricerche si circoscriv­e. Gli investigat­ori hanno acquisito elementi che potrebbero portare presto a ritrovare il corpo di Suad Allou, la giovane mamma marocchina scomparsa la sera del 3 giugno. La convinzion­e è che sia stata uccisa dall’ex marito, Abdelmjid El Biti, connaziona­le 50enne, in stato di fermo per omicidio e occultamen­to di cadavere. Gli uomini della Squadra Mobile di Brescia, guidati da Alfonso Iadevaia, hanno battuto e ribattuto le strade che da via Milano, dove si trova l’appartamen­to in cui la 29enne viveva con i figli, una bimba di 9 anni e un bimbo di 3, portano a Seniga, dove abita e lavora l’uomo, già denunciato due anni fa per maltrattam­enti e violenza sessuale nei confronti della moglie. È il tratto di strada percorso per rincasare nella Bassa, dopo aver lasciato i figli alla ex. A non convincere gli inquirenti, coordinati dal pm Maria Cristina Bonomo, è la ricostruzi­one dei tempi fatta dall’uomo. El Biti è arrivato in via Milano intorno alle 23 e lì si è trattenuto per circa 5 ore. Lo documentan­o le immagini delle telecamere di sorveglian­za del vicino bar Le rose (le stesse che poche ore prima immortalan­o Suad Allou che entra in casa, ma che non mostrano più la donna uscire) che lo hanno prima ripreso al suo arrivo con i figli, poi una seconda volta, intorno alle 2, quando si affaccia al balcone per fumare una sigaretta. E ancora verso le 4 e mezza mentre trascina nel bagagliaio della sua Mercedes un grosso borsone, nel quale, credono gli inquirenti, probabilme­nte era stata chiusa Suad Allou, che forse era ancora viva.

«C’erano solo vestiti», si è difeso lui, ma del sacco in questione al momento non è stata trovata traccia. A casa dell’uomo sono stati sequestrat­i alcuni borsoni che però non sembrano corrispond­ere all’involucro che si vede nelle immagini in cui El Biti compare ancora, vicino alla sua auto, mentre si toglie i calzoncini che indossa per infilarsi una tuta da lavoro. Sono già passate le quattro e mezza del mattino quando l’auto riparte. Tre ore dopo la Mercedes ricompare in altre immagini registrate a Seniga. «Sono andato direttamen­te a casa mia», ha riferito durante l’interrogat­orio. Ma la durata del viaggio (di cui non è stato possibile ricostruir­e il tragitto attraverso le celle telefonich­e poiché il Gps del cellulare di El Biti non era attivo) è decisament­e lunga rispetto ai 50 chilometri scarsi da percorrere. Tre ore che, secondo chi indaga, sarebbero servite per disfarsi del cadavere della ex moglie di cui, dopo che la figlia più grande si era rivolta ai vicini per cercare la madre, il giorno dopo ha denunciato la scomparsa con allegata denuncia per abbandono di minore. Gli inquirenti ci hanno però messo poco per ricostruir­e un altro quadro della situazione, fatta di rapporti molto tesi e paure di Suad Allou, oltre che di incongruen­ze nel racconto di El Biti che potrebbe avere avuto aiuto per nascondere il corpo della ex. In queste ore dalla Francia, dove vive, è arrivata la sorella di Suad che potrebbe decidere di prendersi cura delle nipoti ora trasferite in una casa protetta.

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La vittima Suad Allou, la giovane mamma marocchina scomparsa la sera del 3 giugno. In carcere per omicidio e occultamen­to di cadavere l’ex marito

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