La conferma dei progressisti
I comuni più grandi della provincia sono rimasti a guida progressista
Il pericolo era dietro l’angolo, ma le «roccaforti» del centrosinistra hanno tenuto: è merito del «buon governo» locale se l’onda nazionale giallo-verde non ha travolto la provincia di Brescia. Se si esclude per un attimo Castelcovati, feudo del centrodestra a guida leghista, i comuni più grandi della provincia sono rimasti in mano ai progressisti: Manerbio, Toscolano, Ospitaletto, Quinzano. Ma non è il simbolo del Partito democratico ad aver attratto voti, visto che tutti si presentavano senza quel logo.
«Ciò che ha pagato è l’attenzione alle persone e ai problemi della comunità» sostiene Delia Castellini, riconfermata a Toscolano. Dove ricorda il lavoro fatto in questi cinque anni per «tutelare l’ambiente» e «evitare le speculazioni» degli anni Duemila. Il primo cittadino non rinmato
Delia Castellini Ciò che ha pagato è l’attenzione alle persone e ai problemi della comunità
nega la vicinanza all’area progressista («siamo una civica, sicuramente di centrosinistra»), ma conferma che i cittadini hanno scelto «il buon governo prima dell’appartenenza politica». Si spiega così anche la vittoria a Manerbio e Ospitaletto, dove ha pesato anche la divisione nella compagine degli sfidanti: a Manerbio, ad esempio, se il centrodestra di Federico Mosca (33,7%) avesse formato un’unica lista insieme al leghista Ferruccio Casaro (17,7%), i due avrebbero forse superato l’uscente Samuele Alghisi (43,7%). Questo ci prefigura la matematica, chissà se poi il risultato sarebbe stato questo. Gli elettori avrebbero potuto scegliere in base ad altri parametri: dallo stile amministrativo ai risultati locali. È il caso di Quinzano, dove il sindaco ricorda l’impegno profuso per «velocizzare il più possibile» le pratiche burocratiche di alcune imprese che si sono insediate sul territorio in questi ultimi anni. Non solo, c’è un progetto socio-sanitario per ospitare medici e infermieri sul territorio, il secondo stralcio della tangenziale esterna e la pista ciclabile che «partirà tra qualche settimana». Insomma, è «ascoltando le persone che poi arrivano idee e soluzioni» sostiene il sindaco Andrea Soregaroli. Il quale rigetta l’etichetta centrosinistra («siamo una civica pura») e ricorda che nella lista ci sono persone con idee politiche che a livello nazionale guardavano anche all’area di Forza Italia. Come dire, badiamo ai risultati. Di certo, è questa concretezza la «ricetta» più apprezzata dagli elettori. Che in provincia hanno riconfer- la fascia tricolore a nove dei 16 sindaci uscenti. In alcuni piccoli comuni – va detto – correva un solo candidato: è il caso di Agnosine, Barghe, Ponte di Legno, Berlingo. In quest’ultimo paese di 2.748 abitanti arriverà presto un commissario prefettizio: il sindaco uscente Cristina Bellini ha conquistato 817 voti, non sufficienti a raggiungere il quorum del 50% e, come tale, invalidanti il risultato stesso. Chiude invece con il commissariamento Soiano, che elegge l’homo novus Alessandro Spaggiari, archiviando definitivamente il centrodestra. Che invece si consola e trionfa a Castelcovati: sono quasi seicento i voti di scarto che hanno permesso ad Alessandra Pizzamiglio («erede» di Mafalda Gritti) di diventare sindaco.