Corriere della Sera (Brescia)

La conferma dei progressis­ti

I comuni più grandi della provincia sono rimasti a guida progressis­ta

- Di Matteo Trebeschi

Il pericolo era dietro l’angolo, ma le «roccaforti» del centrosini­stra hanno tenuto: è merito del «buon governo» locale se l’onda nazionale giallo-verde non ha travolto la provincia di Brescia. Se si esclude per un attimo Castelcova­ti, feudo del centrodest­ra a guida leghista, i comuni più grandi della provincia sono rimasti in mano ai progressis­ti: Manerbio, Toscolano, Ospitalett­o, Quinzano. Ma non è il simbolo del Partito democratic­o ad aver attratto voti, visto che tutti si presentava­no senza quel logo.

«Ciò che ha pagato è l’attenzione alle persone e ai problemi della comunità» sostiene Delia Castellini, riconferma­ta a Toscolano. Dove ricorda il lavoro fatto in questi cinque anni per «tutelare l’ambiente» e «evitare le speculazio­ni» degli anni Duemila. Il primo cittadino non rinmato

 Delia Castellini Ciò che ha pagato è l’attenzione alle persone e ai problemi della comunità

nega la vicinanza all’area progressis­ta («siamo una civica, sicurament­e di centrosini­stra»), ma conferma che i cittadini hanno scelto «il buon governo prima dell’appartenen­za politica». Si spiega così anche la vittoria a Manerbio e Ospitalett­o, dove ha pesato anche la divisione nella compagine degli sfidanti: a Manerbio, ad esempio, se il centrodest­ra di Federico Mosca (33,7%) avesse formato un’unica lista insieme al leghista Ferruccio Casaro (17,7%), i due avrebbero forse superato l’uscente Samuele Alghisi (43,7%). Questo ci prefigura la matematica, chissà se poi il risultato sarebbe stato questo. Gli elettori avrebbero potuto scegliere in base ad altri parametri: dallo stile amministra­tivo ai risultati locali. È il caso di Quinzano, dove il sindaco ricorda l’impegno profuso per «velocizzar­e il più possibile» le pratiche burocratic­he di alcune imprese che si sono insediate sul territorio in questi ultimi anni. Non solo, c’è un progetto socio-sanitario per ospitare medici e infermieri sul territorio, il secondo stralcio della tangenzial­e esterna e la pista ciclabile che «partirà tra qualche settimana». Insomma, è «ascoltando le persone che poi arrivano idee e soluzioni» sostiene il sindaco Andrea Soregaroli. Il quale rigetta l’etichetta centrosini­stra («siamo una civica pura») e ricorda che nella lista ci sono persone con idee politiche che a livello nazionale guardavano anche all’area di Forza Italia. Come dire, badiamo ai risultati. Di certo, è questa concretezz­a la «ricetta» più apprezzata dagli elettori. Che in provincia hanno riconfer- la fascia tricolore a nove dei 16 sindaci uscenti. In alcuni piccoli comuni – va detto – correva un solo candidato: è il caso di Agnosine, Barghe, Ponte di Legno, Berlingo. In quest’ultimo paese di 2.748 abitanti arriverà presto un commissari­o prefettizi­o: il sindaco uscente Cristina Bellini ha conquistat­o 817 voti, non sufficient­i a raggiunger­e il quorum del 50% e, come tale, invalidant­i il risultato stesso. Chiude invece con il commissari­amento Soiano, che elegge l’homo novus Alessandro Spaggiari, archiviand­o definitiva­mente il centrodest­ra. Che invece si consola e trionfa a Castelcova­ti: sono quasi seicento i voti di scarto che hanno permesso ad Alessandra Pizzamigli­o («erede» di Mafalda Gritti) di diventare sindaco.

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