Richiesta di revisione per Lorandi «Dalla difesa nessuna prova ma solo congetture o pettegolezzi»
Nessuna nuova prova, ma solo mere congetture, o peggio, pettegolezzi sui rapporti personali della vittima «che per la scarsa consistenza erano assolutamente incapaci di porre nel nulla il pesantissimo quadro probatorio riconosciuto sussistente nei tre gradi del processo a carico di Lorandi». È questa la motivazione di fondo che ha portato la corte d’appello di Venezia a dichiarare inammissibile, lo scorso primo marzo, l’istanza di revisione presentata dal difensore di Bruno Lorandi(l’avvocato Gabriele Magno) condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Clara Bugna, strangolata il 10 febbraio del 2007 nella sua abitazione di Nuvolera. L’istanza di revisione, oltre che non produrre nuove prove, secondo i giudici si limitava a «esprimere soltanto critiche alle modalità di conduzione delle indagini da parte della procura della Repubblica». Il difensore lamentava che gli inquirenti non avessero esplorato piste alternative ritenendo che ad uccidere Clara Bugna fosse la persona con cui intratteneva una relazione e che vedeva il sabato pomeriggio, anziché andare dal parrucchiere. Ma le nuove prove — come si legge nella sentenza del primo marzo, depositata il 30 maggio — «devono essere tali da dimostrare che l’imputato deve essere assolto ai sensi degli articoli 529, 530 o 531 cpp, devono cioè essere idonee a provocare l’assoluzione dello stesso, requisito imprescindibile per poter dare corso al rimedio straordinario della revisione e procedere allo svolgimento di ulteriore atticità difensiva». In sostanza nulla che abbia sgretolato l’«imponente» quadro probatorio a carico di Bruno Lorandi. (w.p.)