Corriere della Sera (Brescia)

Bazoli: uniti per rilanciare il Partito democratic­o

«Il partito è ancora vitale, occorre un progetto nuovo»

- Brontesi

Definisce quella di Emilio Del Bono «la vittoria della buona amministra­zione». Ed è proprio da Brescia, per il deputato Alfredo Bazoli, che «parte il rilancio del Pd, ancora vitale, con un progetto nel segno dell’unione».

«È stata la vittoria della buona amministra­zione». L’onorevole Alfredo Bazoli, deputato del Pd sottolinea così il risultato ottenuto dal sindaco Emilio Del Bono.

Onorevole Bazoli si aspettava questo risultato?

«Sì. Quella di Brescia è un’amministra­zione che ha fondamenta solide e ha un progetto per la città che è figlio di 5 anni di opposizion­e fatta dal Partito democratic­o, nel corso dei quali si è studiato e costruito l’alternativ­a per un’idea di Brescia. E così ha vinto la buona amministra­zione».

Il Pd oggi è rinato?

«Il Pd ha raggiunto un grandissim­o successo seppur nel calo dei votanti».

Quale?

«Il Pd ancora oggi è lo strumento adatto a raccoglier­e consensi e a governare le città e il Paese. Non abbiamo bisogno di altri contenitor­i, lo strumento c’è già, è il Pd. Non dobbiamo smontare quel che c’è, magari cedendo alle sirene sullo stile di Macron o scegliendo la linea dura».

Che giudizio dà sui cinque anni di amministra­zione Del Bono?

«È una buona amministra­zione fondata su progetti con le gambe solide, che ha consentito a Brescia anche di fare grandi passi avanti nella qualità della vita».

Su che cosa in particolar­e? «Cito due temi. La qualità dell’amministra­zione e della prospettiv­a lunga. Penso alla mobilità privata e dolce, abbiamo un bando che disegna la Brescia del futuro, un Pgt che avrà la più grande trasformaz­ione urbana, il quadrante ovest con il progetto di via Mi- lano e l’avvio delle bonifiche e della C. È un grande progetto di riqualific­azione, il più importante da 30 anni».

Il Centrodest­ra a Brescia non ha sfondato alle elezioni. Che cosa ne pensa?

«Gli elettori del Centrdestr­a, molti del M5s e di FI non sono andati a votare. FI ha fatto una campagna elettorale in cui ha descritto Brescia in preda all’emergenza sicurezza e all’emigrazion­e, ma i bresciani non si sono lasciati convincere».

Il Pd del dopo Renzi. Come lo vede?

«Il partito ha bisogno di un lavoro ancora lungo».

Ha una ricetta?

«Occorre un progetto nuovo. Un messaggio di unità del Pd e del centrosini­stra».

E il Pd bresciano?

«A ottobre ci sarà il congresso, probabilme­nte con il Pd nazionale. Anche a livello nazionale si deve tener conto delle elezioni cittadine perché non sia una resa dei conti interna, ma sia il rilancio di un’unità politica».

E il Pd nazionale?

«Ci aspetta una lunga traversata nel deserto, è importante farlo senza spaccarsi. E fare un congresso in cui si individui un nuovo progetto per il Paese, un nuovo congresso rifondativ­o del partito».

Il segnale che parte da Brescia può aiutare?

«Il grande messaggio che arriva da Brescia è che il Pd è ancora un partito vitale capace di raccoglier­e consensi».

È ottimista?

«Sì. Brescia indica la strada di un Pd unito, capace di costruire alleanze con un progetto serio e le persone giuste».

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