Corriere della Sera (Brescia)

Brescia sempre più sardo Dessena, Sau e Pisacane sul taccuino di Cellino

- Lu.Ber.

Massimo Cellino, nel capitolo numero uno della sua avventura bresciana, ha provato inizialmen­te a delegare. A fidarsi di chi conosceva poco. È stato, per diversi mesi, il fratello mite dell’uragano conosciuto a Cagliari. Poi le cose non sono andate come avrebbe voluto e ha deciso di fare di testa propria, circondand­osi di fedelissim­i: via quindi Sagramola e Castagnini, dentro Salerno prima e Marroccu poi, attuale braccio operativo sul mercato. Lo stesso dicasi per la panchina: Boscaglia e Marino non l’hanno convinto, costringen­dolo a virare (in mare aperto...) su Pulga per la (risicata) salvezza e a scegliere Suazo, un suo adepto, per guidare la squadra nella prossima stagione. E lo staff, ancora da ufficializ­zare così come la decisione su Andrea Caracciolo, sarà popolato di fedelissim­i del tandem Cellino-Marroccu. La volontà di osare c’è, ma viene indirizzat­a sul binario della logistica e delle strutture, dove passi avanti ce ne sono stati. E nemmeno di poco conto: il via ai lavori per il polo sportivo di Torbole Casaglia e le migliorie apportate al Rigamonti sono lì a dimostrare che non è più tempo di scherzare. Sul campo, tuttavia, appare chiara l’intenzione di affidarsi a giocatori di cui presidente e direttore generale si fidano ciecamente. Ecco allora spiegate le telefonate partite in direzione Cagliari all’indirizzo di Daniele Dessena, Marco Sau e Fabio Pisacane (quest’ultimo mai alle dipendenze di Cellino in Sardegna). Un giocatore per ruolo, da inserire in una rosa che non verrà stravolta ma necessita di uomini guida. Il pressing per il terzetto è partito, si insiste soprattutt­o con Sau, la seconda punta ideale secondo la dirigenza da affiancare a Torregross­a. Nel frattempo, Marroccu ha bloccato dalla Serie C due giocatori ritenuti alternativ­e ideali ai titolari: sono Salvatore Burrai (regista, dal Pordenone: è un altro ex Cagliari) e Luca Miracoli (dalla Sambenedet­tese), terza punta ideale. O forse quarta, se resterà l’Airone. Consapevol­e, anche se rinnovo sarà, di dover scalare gerarchie e scetticism­o.

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