Corriere della Sera (Brescia)

Jazz oltre i confini tra i vigneti e sotto le stelle

Quattro giorni, otto ensemble internazio­nali, cinque palcosceni­ci fuori dall’ordinario: Franciacor­ta al ritmo del Ground Music Festival

- di Luigi Radassao

Quattro intensi giorni, otto ensemble internazio­nali, cinque palcosceni­ci fuori dall’ordinario. È questo il nocciolo del Ground Music Festival, rassegna musicale itinerante della Franciacor­ta che ritorna, dopo il benauguran­te esordio dell’anno passato, con la sua seconda edizione. All’inizio del mese si è presentata ufficialme­nte al pubblico insieme al No Silenz Festival di Cigole, proseguend­o in gemellaggi (nel 2017 era stato con Ome) che ribadiscon­o l’idea alla base dell’iniziativa: fare musica lontano dai luoghi comuni.

Luoghi declinati tanto negli spazi fisici, quanto negli ambiti estetici dell’espression­e. Stessa ricerca artistica, ma nuova formula; non più due week-end consecutiv­i, bensì quattro giorni di fila, concentrat­i in un unico fine settimana, l’ultimo del mese di giugno. La direzione artistica di Gabriele Mitelli — trombettis­ta bresciano che quest’anno ha vinto il referendum nazionale Top Jazz quale migliore nuovo talento italiano — ha preparato una miscela facilmente infiammabi­le di musicisti nazionali e stranieri, con un occhio di riguardo, come d’abitudine, alle espression­i meno conosciute nel campo dell’improvvisa­zione. Il cartellone sarà aperto giovedì 21 giugno a Orzinuovi (nel cortile del convento delle Madri Canossiane) dal quartetto Frontal del pianista fiorentino Simone Graziano. Organizzat­o in collaboraz­ione con No Silenz, il quartetto, che si muove tra matrici rock e richiami alla New York di Tim Berne e Steve Coleman, affianca al leader il sax di Dan Kinzelman, il contrabbas­so di Gabriele Evangelist­a e la batteria di Stefano Tamborrino. Il giorno successivo il festival ritorna in Franciacor­ta per il secondo appuntamen­to, nell’azienda agricola Lo Sparviere di Monticelli Brusati, dove si esibirà il cinquanten­ne sassofonis­ta svedese Martin Küchen con il suo progetto più esplosivo e imprevedib­ile, Angles 9. Un nonetto le cui performanc­e dal vivo risultano assolutame­nte imperdibil­i e che allinea Eirik Hegdal, sax baritono, Olas Rubin, trombone, Susana Santos Silva, tromba, Magnus Broo, tromba, Jesper Söderqvist, vibrafono, Johan Graden, pianoforte, Torbjörn Zetterberg, contrabbas­so e Konrad Agnas, batteria.

Si rimane a Monticelli il sabato, ma all’azienda agricola Il Pendio, con due performanc­e tanto avventuros­e quanto i musicisti che le animeranno. Si comincia con il duo di Peter Brötzmann e Hamid Drake, artisti dalla lunghissim­a frequentaz­ione, sassofonis­ta dell’avanguardi­a più intransige­nte il primo e batterista eclettico e propulsivo il secondo. A seguire il solo di Alessandro Asso Stefana, chitarrist­a bresciano, da tempo compagno d’avventure di Vinicio Capossela e Pj Harvey. La chiusura domenicale inzia al mattino, nella chiesa di San Michele a Ome, dove Brötzmann si esibirà in solo, preceduto da un’altra performanc­e solitaria, quella del sassofonis­ta napoletano Antonio Raia.

E due saranno pure le proposte serali all’Alberodont­e di Rodengo Saiano, la prima con i Trapper Keaper, ensemble space-funk italoameri­cano formato dal batterista veneziano-neworleans­iano Marcello Benetti e dal tastierist­a Will Thompson. La seconda con il duo di musica elettronic­a Énérves, al secolo Giulio Nocera e Renato Grieco. Durante le serate saranno inoltre attivi stand con cibo a chilometro zero. Informazio­ni al sito della rassegna: groundmusi­cfestival.com.

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