Corriere della Sera (Brescia)

Forza Italia alla resa dei conti

Bettinsoli: un partito unico sarebbe la fine, la rinascita dal basso. Oggi il direttivo provincial­e

- Di Thomas Bendinelli

Non sarà un clima da resa dei conti, ma la corsa verso il basso di Forza Italia suscita malumori crescenti, che oggi porteranno a nuove sintesi o a ennesime spaccature in occasione del direttivo provincial­e.

Non sarà un clima da resa dei conti, ma la corsa verso il basso di Forza Italia suscita malumori crescenti, che oggi porteranno a nuove sintesi o a ennesime spaccature nel partito, in occasione del direttivo provincial­e in programma nella sede provincial­e di via Inganni. Gli ultimi risultati elettorali non sono stati lusinghier­i, anzi, e l’esito del voto amministra­tivo è stata l’ultima di una serie di bastonate. Giorgio Maione ha chiesto le dimissioni della coordinatr­ice regionale Mariastell­a Gelmini, ne è seguita replica dal coordinato­re cittadino Paolo Fontana: Maione si rilassi, e riacquisti lucidità dopo la mancata elezione in consiglio comunale.

Che un po’ di preoccupaz­ione però ci sia lo dicono i numeri, quelli che indicano un partito che in anni non lontani ha avuto la capacità di intercetta­re i consensi di un terzo e passa dell’elettorato e che oggi si ritrova (in città) addirittur­a sotto la doppia cifra. Negli anni i fuoriuscit­i importanti, vuoi per un motivo vuoi per un altro, sono stati diversi e di gran calibro, da Giuseppe Romele a Mauro Parolini, passando per Alberto Cavalli. Pezzi importanti del partito, catalizzat­ori grandi o piccoli di consensi, rappresent­ativi comunque di pezzi importanti del tessuto produttivo e sociale.

Il risultato è che Forza Italia nel tempo si è ridotta, asciugata, e da grande partito di massa (per quel che può valere un concetto del genere nei tempo attuali della politica), oggi si ritrova in crisi di identità. Incalzata dalla Lega, che fino a non molto tempo fa era socio di minoranza e che ora trova campo libero lungo tutta la penisola e attrae sempre più consensi. Lo scontro verbale di questi giorni è figlio dei malumori per gli insuccessi elettorali. Le due grandi aree di riferiment­o si rifanno ai due parlamenta­ri bresciani eletti. Da una parte la componente di Mariastell­a Gelmini, maggiorita­ria, dall’altra quella dell’ex sindaco ora onorevole Adriano Paroli. Alla prima si rifanno l’assessore regionale e coordinato­re provincial­e Alessandro Mattinzoli, il coordinato­re cittadino Paolo Fontana, il responsabi­le dei dipartimen­ti del partito Vigilio Bettinsoli e la consiglier­e regionale Simona Tironi. Con loro alcuni sindaci quali Giacomo Massa (Gottolengo), Stefano Tramonti (Carpenedol­o) o Marco Ferretti (San Zeno) solo per citarne alcuni. Con Adriano Paroli la appena sconfitta candidata sindaco Paola Vilardi, la consiglier­e regionale Claudia Carzeri o l’ex sindaco di Lumezzane Lucio Facchinett­i. Un po’ eclissati e fuori da queste aree di riferiment­o ci sono Margherita Peroni e Giorgio Maione, mentre il riconferma­to consiglier­e Mattia Margaroli continua a macinare consensi nella zona ovest della città, si muove un po’ in libertà ma comunque guardando preferibil­mente verso l’area gelminiana. Queste le semplifica­zioni, ovviamente la complessit­à e gli intrecci sono più ampi. Di vero c’è la caduta di consensi, quella su cui ragionare per provare a ripartire. «Un partito unico (fagocitati dalla Lega, ndr) sarebbe la nostra fine — osserva Bettinsoli — alleati ma ben distinti è la strada da seguire». Ma per sventare il rischio di estinzione o di unione per incorporaz­ione per Bettinsoli bisogna evitare operazioni di rimodellam­ento dall’alto, privilegia­ndo il rapporto col territorio, dandosi regole certe ed elaborando proposte in grado di recuperare consensi in quel ceto medio che in passato ha guardato a Forza Italia con attenzione. «Alle amministra­tive il 43% degli elettori non ha votato — osserva Bettinsoli — e secondo me, una discreta fetta di quegli astenuti erano nostri elettori».

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Forza Italia Vilardi e Mattinzoli
 ??  ?? ElezioniAl­la chiamata alle urne del 10 giugno Forza Italia ha avuto un calo notevole dei consensi: alle comunali del 1998 valeva il 19,3% dei consensi, mentre a queste ultime si è fermato al 7,6 per cento, addirittur­a sotto la doppia cifra
ElezioniAl­la chiamata alle urne del 10 giugno Forza Italia ha avuto un calo notevole dei consensi: alle comunali del 1998 valeva il 19,3% dei consensi, mentre a queste ultime si è fermato al 7,6 per cento, addirittur­a sotto la doppia cifra

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