Ecografie facili Il caso si sgonfia
Il pm: non luogo a procedere per il collega che cancellò la memoria del macchinario
L’una avrebbe sottoposto pazienti «amici» a una serie di esami ecografici senza bisogno di prenotazione o ticket. L’altro ne avrebbe cancellato i dati (originariamente, secondo le accuse, per «coprire» la collega). Entrambi sono comparsi davanti al gup Alessandra Sabatucci per l’udienza preliminare. Lei, Ermanna Chiari, responsabile del Laboratorio di ecografia del Civile (difesa dall’avvocato Giovanni Orlandi), per rispondere di abuso d’ufficio. Lui, il cardiologo Antonio Curnis (assistito dal legale Sandro Mainardi), al quale invece si contestava l’intralcio alla giustizia.
Dopo il passaggio in aula la vicenda si «sdoppia» su due binari procedurali. E si ridimensiona. Lo stesso pm Ambrogio Cassiani ha chiesto «il non luogo a procedere» nei confronti di Curnis, il quale, una volta a conoscenza delle acquisizioni in memoria dell’ecografo (sarebbe stato usato anche quello nel suo reparto), appunto, «provvedeva a farla cancellare». In realtà, però, dopo un confronto con il tecnico di riferimento, solo per tutelare la privacy dei pazienti e i loro dati sensibili, dal momento in cui il macchinario in questione avrebbe dovuto essere portato in riparazione. Il suo difensore lo sostenne dall’inizio: «Davanti alla richiesta di revisione e senza sapere dell’indagine in corso, proprio per ragioni di privacy il professore, che in quel momento era in ferie, aveva chiesto a due specializzandi di cancellare la memoria». Quindi, «questa imputazione è figlia di un equivoco che sarà presto dipanato». Nessun intralcio volontario alla giustizia, quindi. Sulla sua posizione il giudice si pronuncerà il prossimo 6 luglio.
Stralciata, invece, quella di Ermanna Chiari. Alla dottoressa — rientrata al lavoro dopo essere stata sospesa per un paio di mesi dalla sua attività professionale — la procura contesta 44 capi di imputazione per abuso d’ufficio. È accusata di aver condotto una serie di esami ecografici e accertamenti in corsia preferenziale per amici e conoscenti, diretti e non, ma senza rispettare le procedure: niente liste di attesa, prescrizioni del medico di base e niente ticket (61,76 euro per ecocardiografia transtoracica, 85 euro per ecocardiografia da stress).Quindi avrebbe usato le apparecchiature del Civile (del suo reparto ma anche del collega) senza però che nelle casse dell’ospedale entrassero i rispettivi pagamenti per le prestazioni. Stando all’accusa, insomma, bastava conoscere la dottoressa Chiari — che ha ammesso le contestazioni — per evitare code interminabili e pure di spendere soldi: oppure essere amico di un amico, anche solo un vicino di casa, lo zio di uno specializzando in reparto, la fidanzata di un conoscente, un dipendente dello stesso ospedale, un magistrato o un deputato. Lei, dal canto suo, non ci ha mai guadagnato nulla.
A suo carico la difesa ha chiesto sia sottoposta all’istituto della messa alla prova. Se ne riparla quindi nell’udienza fissata per dicembre, dopo che l’Uepe (ufficio esecuzioni penali esterno) avrà elaborato un programma da sottoporre all’attenzione del giudice affinché possa accogliere eventualmente la richiesta dell’avvocato. «Programma» che dovrà comprendere anche il calcolo del risarcimento del danno provocato dalla dottoressa.