Nodo Caracciolo Continua l’attesa
Caracciolo attende, ma Cellino non chiama. Il rinnovo si decide in 10 giorni
Doveva essere la settimana del rinnovo per l’Airone, ma la chiamata di Cellino ancora non è arrivata e il capitano attende in riva al mare. Resta l’ottimismo, ma una risposta dovrà arrivare entro 10 giorni.
Andrea Caracciolo vuole solo il Brescia. Da sempre. Se non fosse ancora chiaro il concetto, il suo entourage (che già in passato ha sempre avallato la scelta di cuore dell’Airone) lo sta ribadendo in questi giorni a chi, con discrezione, chiama per capire se ci siano margini per inserirsi in una trattativa che ancora deve realmente partire. Al punto che la domanda, per citare Antonio Lubrano, sorge spontanea. E va invertita.
Il Brescia vuole Andrea Caracciolo? Da dirigente, subito. Il contratto era già pronto: cinque anni a cifre consistenti, un investimento che serviva alla società per acquisire forza e uscire a testa alta da una situazione scomoda. Il presidente non lo vede più in campo, nonostante i 13 gol e i 7 assist di una stagione condotta da protagonista pur senza aver mai avuto il posto garantito. Sperava che la convincente proposta economica potesse bastare, ma si è dovuto scontrare con l’orgoglio del calciatore e con i moti d’insurrezione di una piazza che gli chiede «one more year» (un anno ancora), come avviene nel basket Nba con gli atleti al passo d’addio. Caracciolo si sente ancora giocatore, il record dei gol segnati in Serie B — Schwoch comanda con 135, lui è a 132 — è un corollario ma non il motivo principale che lo spinge ad andare avanti. Aveva solo bisogno di qualcuno che dimostrasse di pensarla come lui e la manifestazione di due settimane fa della Curva Nord ha risolto gli ultimi dubbi interiori. Ma la società ancora nicchia su quel rinnovo annuale, pronto a essere sottoscritto al ribasso, che sembrava profilarsi una settimana fa dopo l’incontro tra il capitano e Marroccu, prima della partenza dell’Airone per Stintino, dove sta trascorrendo le vacanze con la famiglia («L’unica cosa che ama quanto il Brescia», racconta chi lo conosce bene). La chiamata, invece, non è ancora arrivata. Caracciolo l’attende, ma tutto lascia presupporre che possano servire ancora dai 7 ai 10 giorni per decidere il suo futuro. Gli agenti del calciatore conoscono da una vita l’interlocutore con cui devono interagire, sanno che con Cellino le trattative non seguono uno schema classico e hanno compreso che, sebbene la permanenza in organico resti la possibilità più concreta, il patron voglia trattenerlo alle sue condizioni. Quali siano, non è dato a sapersi: i due non si vedono dal 5 giugno, la giornata antecedente alla firma di David Suazo come allenatore. Da allora, la patata bollente è finita tra le mani di Francesco Marroccu, ma è impensabile che una decisione venga presa senza un nuovo confronto tra i due attori protagonisti.
Una cosa è certa: non c’è una sirena che tenti l’Airone. Anche se qualche segnale è arrivato, non l’ha nemmeno voluto ascoltare. Resta l’asimmetria tra quanto trapela dalla società e dalle persone vicine all’atleta, chiusosi in rispettoso silenzio. «Dipende solo da Andrea», dicono gli uni. «Non dipende da lui», rispondono gli altri. E, ogni giorno, radiomercato lancia il nome di un attaccante (l’ultimo è Guerra della Feralpisalò) pronto a firmare accettando di partire dalla panchina. Quello che Andrea ha già reso noto di essere disposto a fare. Se sono rose fioriranno, per ora si vedono solo le spine.