Mantova in testa alla classifica dei divorzi
In regione nell’indagine Istat seguono Sondrio e Milano. È a Lodi dove il «sì» resiste più a lungo
Mantova «capitale» lombarda dei divorziati. Secondo una rilevazione dell’Istat riferita al 2017 è la città che fu dei Gonzaga adagiata sulle rive del Po il luogo dove il matrimonio finisce più spesso e irrimediabilmente in crisi. O meglio, lo è prendendo in esame le città lombarde dai diecimila abitanti in su. I numeri dicono infatti che il tasso di divorzio sfiora il 10 per cento, sensibilmente superiore anche al capoluogo Milano, dove la percentuale elaborata dagli esperti Istat è di poco superiore all’8 per cento. Al contrario, dove l’amore sembra essere veramente eterno è Lodi, che ha fatto registrare un tasso di divorzio del 5,9 per cento.
L’introduzione del divorzio in Italia risale al 1970. Esattamente il 18 dicembre di quell’anno divenne legale la possibilità per un uomo e una donna di sciogliere il vincolo matrimoniale. Non fu certo un passaggio semplice. Al contrario, l’entrata in vigore della legge fu accompagnata da polemiche e da un movimento politico che negli anni a seguire promosse un referendum abrogativo. Il referendum si tenne nel maggio del 1974, ma l’esito finale affermò la volontà degli italiani di mantenere in vita la legge.
Secondo i dati Istat riferiti all’anno 2017 oggi c’è più di un milione e mezzo di persone in Italia che hanno sciolto il vincolo nuziale e non si sono risposate, mentre i coniugati sono poco meno di 29 milioni. Il tasso di divorzio quindi si attesta, in media, sul 5,1 pe cento, con forti differenze fra regione e regione. Il divorzio, per esempio, è molto più frequente nelle regioni centro settentrionali. La capitale italiana dei divorziati è Livorno, dove è stato rilevato un tasso di oltre 14n per cento e se si prendono in considerazione anche i Comuni più piccoli l’obiettivo si sposta ancora più a Nord. In particolare, in Valle D’Aosta il comune di Chamois, un piccolo borgo alpino di soli 99 abitanti dove vivono 10 persone divorziate e 36 coniugate, ha fatto registrare un tasso di divorzio di quasi il 22 per cento. Sul podio, a livello nazionale, troviamo altri due comuni della medesima area geografica: Salza di Pinerolo e Massello, entrambi della Provincia di Torino, con un tasso di addii superiore al 21 per cento.
Viceversa le regioni del centro sud, dove si ha il numero maggiore di matrimoni religiosi, sono stati rilevati anche i tassi di divorzio più bassi, in molti casi pari a zero, una percentuale che a onor del vero è stata riscontrata anche in Lombardia in ben tre città: si tratta di Blello, Cassiglio e Valtorta, tre piccole amministrazioni in provincia di Bergamo, che messe insieme non raggiungono i 300 abitanti, dove il «sì, lo voglio», pronunciato di fronte alla persona amata, sembra essere veramente per sempre.
Fra le città capoluogo, oltre a Lodi, i matrimoni sembrano essere particolarmente solidi a Monza, dove il tasso di divorzio è di poco superiore al 6 per cento e — come dubitarlo? — a Lecco, la città dei Promessi sposi, dove il tasso è del 6,4 per cento. In cima alla classifica, invece, al secondo posto dietro Mantova troviamo Sondrio, con una percentuale del 9,2 e Milano, con un tasso dell’ 8,5 per cento. Tuttavia, il Comune lombardo nel quale la coppia è a rischio maggiore di spezzarsi irrimediabilmente è Duno, in Provincia di Varese. È qui, infatti, in questa cittadina di 131 abitanti, che l’Istat ha registrato il tasso di divorzio più alto di tuta la regione pari al 15,3 per cento.
Gli opposti Nella città dei Gonzaga il 10% degli addii. Tra i capoluoghi a Monza e Lecco unioni più salde
In Lombardia Nei piccoli comuni maglia nera a Duno (Va): su 131 abitanti il 15, 3% di scioglimenti