Corriere della Sera (Brescia)

Soldi bipartisan, il «metodo Parnasi» Sala: non mi ha condiziona­to

Nelle carte dell’inchiesta romana spuntano i finanziame­nti legali del costruttor­e ai candidati delle elezioni Comunali 2016: 50 mila euro versati all’ex manager Expo e 250 mila euro per «valorizzar­e» Parisi

- Di Pierpaolo Lio

Finanzia tutti, senza distinzion­i: il metodo Parnasi (o almeno la fase preparator­ia all’«assalto») era sbarcato anche a Milano. L’immobiliar­ista in carcere per un giro di tangenti legate alla costruzion­e del nuovo stadio della Roma aveva provato ad applicare il suo sistema anche in città. Alla vigilia delle Comunali del 2016 — come scovato dal Fatto quotidiano tra le intercetta­zioni dell’inchiesta romana — l’imprendito­re aveva staccato assegni per finanziare la campagna elettorale di entrambi gli sfidanti: l’allora volto nuovo del centrodest­ra, Stefano Parisi, e il Mr Expo prestato alla politica, Beppe Sala, candidato del centrosini­stra, a cui arrivarono 50mila euro. Per Parnasi, una sorta di «garanzia» per poter sbarcare a Milano con i suoi affari. A partire dal sogno di un altro stadio: l’ipotetico nuovo impianto del Milan. Non così per il sindaco, che ieri ha liquidato le parole intercetta­te di Parnasi a «chiacchier­e» e ha invece rivendicat­o il «no» al progetto proprio come «storia esemplare di come, nel rispetto delle regole, si fanno le cose: un’altra volta Milano dimostra che la politica non si fa condiziona­re».

La filosofia del costruttor­e la spiega bene il brogliacci­o con le intercetta­zioni del 9 gennaio dello stesso immobiliar­ista: «Ci sono le elezioni. Io spenderò qualche soldo sulle elezioni, che poi con Gianluca vedremo come farlo girare ufficialme­nte tra i partiti politici eccetera... anche questo è importante, perché in questo momento noi... ci giochiamo una fetta di credibilit­à per il futuro ed è un investimen­to che io devo fare. Molto moderato rispetto a quanto facevo in passato che abbiamo speso cifre che manco ve le racconto...». È qui che, come riporta

«Io spenderò qualche soldo sulle elezioni, che vedremo come farlo girare tra i partiti»

il Fatto, spunta il nome del sindaco. «Però la sostanza — prosegue Parnasi — è che la mia forza è quella che alzo il telefono e Sala che incontra Roberto Mazzei in vacanza gli dice: “Luca (Parnasi, ndr) mi ha... io sono gratissimo a Luca perché senza Luca, che all’epoca a Milano non esisteva, io non facevo la corsa elettorale”... non so se mi spiego... diventiamo noi quelli che fanno il Milan anche per questo». Frase che Sala smentisce di aver mai detto.

«Bisogna distinguer­e tra le chiacchier­e e i fatti», avvisa il sindaco. Che dà la sua versione: «Nella mia “milanesità” non avevo mai nemmeno saputo dell’esistenza della famiglia Parnasi. In campagna eletMangon­i, torale, come ovvio, mi sono rivolto a persone fisiche e aziende che intendevan­o sostenere la nostra campagna e, altrettant­o ovviamente, ho chiesto anche un contributo al principale partito della mia coalizione, ovvero il Partito Democratic­o. Il Pd nazionale — ricostruis­ce — mi ha in parte finanziato direttamen­te e in parte ha veicolato alcuni suoi finanziato­ri. Tra questi c’era anche la signora Maria Luisa moglie di Sandro Parnasi, per la somma di 50 mila euro», su un totale di un milione di euro raccolti per la corsa a Palazzo Marino. «Il finanziame­nto è avvenuto con modalità tracciabil­i e nel rispetto delle regole ed è stato inserito, come previsto dalle norme, nel rendiconto già depositato presso la Corte d’Appello e reso pubblico nel settembre 2016, a conclusion­e della campagna. Tutto dunque nella massima trasparenz­a». Sui rapporti con l’immobiliar­ista, afferma di «non ricordare di una conversazi­one telefonica con Parnasi (credo che la cosa sia facilmente verificabi­le). Oltretutto è emerso che per incontrarm­i ha avuto bisogno di passare attraverso un

L’intercetta­zione

«Alzo il telefono e Sala dice a Mazzei: “Senza Luca io non facevo la corsa elettorale”» mio conoscente...». Il sindaco non nasconde che «Parnasi fosse interessat­o, su incarico del Milan, alla realizzazi­one dello stadio nello scalo Farini. A questo proposito sia io che l’assessore Maran abbiamo incontrato lui e il suo team». Come racconta anche l’immobiliar­ista intercetta­to: «Ero da Sala il sindaco di Milano a parlare dello stadio del Milan per fare una roba...». Per Sala, una cosa è però evidente: «Tutti hanno visto come è andata a finire: proposta respinta». E conclude: «Se avessi saputo che finanziava anche altri, avrei fatto quello che ho fatto con Benedini (Benito, allora presidente di Fondazione Fiera, ndr): nel momento in cui ho visto che finanziava me e il mio concorrent­e, io ho restituito i soldi».

Perché Parnasi in vista delle elezioni è stato appunto bipartisan. Nelle carte l’imprendito­re arrestato afferma infatti di aver versato 250 mila euro a «Più voci», «un’associazio­ne — ricorda nell’intercetta­zione del 27 marzo — che ha valorizzat­o non solo la Lega ma ha valorizzat­o Stefano Parisi, tutto il centrodest­ra diciamo eemm... a Milano ed è stato anche un veicolo con cui io mi sono accreditat­o a Milano in maniera importante no... ho organizzat­o cene e contro cene, ho portato imprendito­ri, ho fatto quello che, tu mi insegni, un ragazzo di 38 anni all’epoca doveva fare per crescere a Milano, a Milano chi c... mi conosceva...».

Il sindaco

Il finanziame­nto è avvenuto con modalità tracciabil­i e nel rispetto delle regole, tutto dunque nella massima trasparenz­a

La scelta

Se avessi saputo che sosteneva altri, avrei fatto come con Benedini: quando ho visto che finanziava Parisi ho restituito i soldi

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In arresto
 ??  ?? Luca Parnasi, immobiliar­ista romano proprietar­io della Eurnova, a cui fa capo il progetto di sviluppo dello Stadio della Roma
Luca Parnasi, immobiliar­ista romano proprietar­io della Eurnova, a cui fa capo il progetto di sviluppo dello Stadio della Roma
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