Sfila la solidarietà
La sincerità felice negli occhi di un bimbo di sette anni fiero del suo boccione che al posto dei pesci rossi custodisce centinaia di bigliettini della lotteria. Benefica. La commozione nelle parole, affaticate e tanto sentite, di un uomo che soffre di Sclerosi laterale amiotrofica e quel red carpet improvvisato sul prato per l’occasione lo calca per dire, semplicemente, «grazie». E l’entusiasmo dei «nostri ragazzi» che sfilano emozionati. Per beneficienza. I tavoli imbanditi, i brindisi, le chiacchiere e i progetti di una vita migliore. Per tutti.
Non è una serata come tutte le altre. È la cena benefica che (come ogni anno) il Rotary club Brescia Moretto ha organizzato nella meravigliosa cornice di Villa Fassati Barba, a Passirano. Il titolo: «Un sorriso per Aisla» nel suo decennale. La missione: raccogliere fondi per aiutare chi ne è affetto. Perché «siamo davvero legati a questa associazione da tempo», spiegano il presidente Rotary Andrea Zerneri e Vitale Minopoli, che questa festa l’ha pensata e organizzata con il cuore. Fa loro eco il governatore, Renato Rizzini; «personalmente molto vicino a coloro che hanno problemi di salute». Una serata speciale, «un’occasione per riflettere: vedete, essere vicini alla disabilità ci fa capire come ognuno di noi ne abbia, e ci aiuta a riconoscere la nostra umanità, nel bisogno di donare agli altri», dice il sindaco di Passirano, Francesco Pasini. Simbolo della «vicinanza delle istituzioni, tutte, a queste iniziative». Lo dimostra la presenza di alcuni parlamentari, di ogni colore.
Le luci si accendono. I ragazzi, tutti bresciani, sono pronti per scendere in passerella (no che non lo fanno di professione: «Ci siamo messi in gioco per una giusta causa», ingaggiati quasi per gioco) con gli outfit gentilmente concessi — compreso un abito da sera in palio — dalla boutique di Alessandra Venturi («non ho mai sfilato, ma stavolta ho detto sì, non avrei potuto tirarmi indietro»).
Anima di Ailsa Brescia, Paolo Marchiori non è presente, non sta bene. «Ma è sempre con noi», giura chiunque afferri il microfono. Come Flavio Bonini, consigliere, che racconta che cosa è stato possibile fare grazie a eventi come questi: «Abbiamo acquistato un pulmino per Aisla, potenziato la telemedicina, così come faremo per il supporto psicologico e alle famiglie». La sfida più importante la espone Alessandra Coliceri: avere, anche a Brescia, un centro clinico polifunzionale per le malattie neuromuscolari. L’Ats ha già avanzato richiesta, affinché i pazienti non debbano per forza andare a Milano anche per le terapie più semplici (il 46% dei malati bresciani, che sono 2300). E, soprattutto, perché «accolti e meno soli possiamo scegliere come essere curati e migliorare la nostra qualità di vita, oltre che di chi ci circonda» spiega Stefania Pedroni, psicologa, che lotta con la Sma.
«Grazie. Ricordandovi che per noi il vostro sostegno è importantissimo: arriva là dove lo Stato e il sistema sanitario non riescono», trema la voce di Luca. «Ecco perché cerchiamo di fare del nostro meglio per dare un piccolo contributo a questi nostri amici», chiude Minopoli. La festa non è finita. E quel bambino col boccione sorride ancora.