«Le mie giornate con i rapaci» Il falconiere più giovane d’Italia
Gregorio ha 15 anni e li addestra da 5. Vive tra falchi, corvi, assioli e gufi
Se è raro trovare quindicenni che non sappiano cosa siano la Playstation e le partitelle al campetto con gli amici; ancor più singolare è vivere circondati da rapaci e dormire con un assiolo sulla testa. In una tenuta sulle colline pavesi, a Godiasco, Gregorio Tinteri addestra con entusiasmante maestria incredibili rapaci. Lo fa da cinque anni, dopo aver ottenuto il diploma alla scuola di falconeria di Padova, diventando a tutti gli effetti il falconiere più giovane d’Italia. «L’addestramento dura 4 anni. Io ho inforcato il guanto da falconiere a sei, e sono diventato aiuto istruttore a dieci. È una passione che mi è stata trasmessa da mio padre Giovanni, da sempre amante di aquile e falchi».
Così, Gregorio ha iniziato a seguire lezioni teoriche sulla gestione e il comportamento di questi pennuti e a imparare il preciso codice da rispettare per prenderci confidenza, mettendo in pratica ogni insegnamento con rigore. Sulla spalla di Gregorio c’è Merlino, un piccolo assiolo indiano di 10 anni che vive in casa come se fosse un cagnolino, mentre in giardino, oltre a due pastori tedeschi, il simpatico meticcio Panino, e un pollaio di possenti galli spagnoli, c’è il suo regno: Feo, corvo del Madagascar, scaltro ed impertinente; Nimue, maestosa poiana dell’Arizona; Nessi, un gufo reale canadese dagli occhi ipnotici e modi buffi, e Rocco, il pappagallo combina guai, aspettano solo il suo ritorno da scuola, perché si sa: questi animali sviluppano un rapporto di massima fiducia con una sola persona. Se non ci si sa approcciare nel modo giusto, c’è il rischio di buscarsi beccate e brucianti artigliate.
«Quasi tutti i rapaci sono molto permalosi, quindi è necessario costruire una relazione con loro: non è per nulla semplice e richiede anni di lavoro, ma l’affetto che nasce dura per tutta la vita». Tutto comincia dal pulcino, come nel caso della neonata Rosa, un pulcino di poiana ferruginosa dai morbidi piumini, che Gregorio sta svezzando: «Già dai primi giorni di imprinting imparano a fidarsi dell’uomo; in questo modo accetteranno il cibo che darò loro e torneranno a casa al mio richiamo dopo un volo». Non c’è pericolo che i suoi rapaci si perdano per le colline perché il piccolo Greg, soprannome affibbiatogli dai suoi genitori nonostante sia un gigante, ha tutto sotto controllo: i pennuti ancora poco esperti volano ancorati alla filania, un filo lunghissimo che consente la passeggiata, mentre quelli già addestrati hanno un minuscolo gps sulla zampa che permette il loro recupero nel caso in cui non facciano rientro.
Le giornate di Gregorio trascorrono lente, in mezzo alla natura, tra un libro fantasy, una passeggiata a cavallo e le sue grandi voliere. Un’adolescenza arricchita da passioni forse atipiche, ma senz’altro autentica. E quando gli chiedono di usare i suoi rapaci per la caccia, risponde di no. «Nessuna battuta di caccia, preferisco partecipare con papà a rivisitazioni medievali, alle competizioni sportive (la coppia ha vinto un oro, due argenti e un bronzo al National Contest di Falconeria Sportiva in Italia, ndr) e accompagnare chi, per curiosità, vuole scoprire questo affascinante mondo».