Parkour, fallito il progetto In abbandono l’area sportiva
Due anni fa, in un’area verde in via Montegrappa, in centro a Bellusco, c’erano ragazzi che agili si lanciavano tra sbarre a tre metri di altezza, atterravano su bancali, saltavano e usavano copertoni come trampolini per eseguire spericolati volteggi in aria. Era il primo parco pubblico di allenamento di parkour in Lombardia, duecento metri quadrati dove si sarebbero dovuti tenere anche corsi per bambini, ragazzi e adulti che sempre più si avvicinano a questa attività. E quello di Bellusco era il posto dove poter praticare, in uno spazio ceduto in gestione dal Comune, la disciplina sportiva nata come addestramento militare in Francia e diventata un fenomeno urbano che viaggia sui social tra giovani di tutto il mondo: servono allenamento tenace, concentrazione, l’idea di aver fiducia in se stessi per arrivare a superare barriere mentali, prima ancora che fisiche. Insomma era un’opportunità sportiva, ma non solo, per Bellusco e per tutta la regione. Ma chi passa ora in quella stessa area trova solo erbacce e abbandono. Progetto fallito, convenzione non rinnovata, tra tristezze e qualche strascico polemico. I ragazzi che avevano siglato la convenzione con il Comune hanno infatti rinunciato a proseguire, alcuni stanno preparando un altro campo di allenamento poco lontano, in Brianza. «Il luogo qui a Bellusco non era del tutto adatto, c’erano situazioni pericolose che con il Comune non siamo riusciti a risolvere, le nostre energie forse non erano sufficienti», racconta Mario Puglisi, uno dei più famosi traceur lombardi. Tant’è vero che le aperture non erano sempre garantite e il progetto non è mai decollato davvero. Ma il vicesindaco Mauro Colombo, che fino a pochi mesi fa è stato assessore allo sport, e Maria Benvenuti, assessore alle politiche giovanili, ribadiscono che «a dire il vero i ragazzi hanno partecipato a iniziative comunali e ci è sembrato di seguirli in modo adeguato. Spiace che sia finita così. È senz’ altro un’opportunità persa». Per tutti.