«Basta strade trappola In ansia per mio figlio»
«La città sta facendo tanto per incentivare la mobilità su due ruote, ma restano troppe strade da incubo per noi ciclisti. La realizzazione di piste ciclabili è urgente e lo dico anche per i giovani. Penso a mio figlio di 14 anni, loro crescono abituati al bike sharing. Devono potersi muovere in sicurezza». Martina Colombari è una fedelissima della bicicletta: «Non ho preso la patente. Abito vicino a piazza della Repubblica e da lì vado ovunque in bicicletta. In molte zone devo pedalare sui marciapiedi per non rischiare di essere investita. Mi spiace per i pedoni ma quando ci sono i masselli del pavé sconnessi e le rotaie, oppure strade molto trafficate e senza protezione, non è proprio possibile fare diversamente», continua. L’idea degli sponsor privati le piace: «Mi sembra una forma di pubblicità intelligente, di matrice commerciale ma anche etica — afferma —. Spero saranno interessati anche i marchi che con le biciclette e lo sport non c’entrano. Si parla di salute personale, di ecologia, di benessere del pianeta. La mobilità dolce si abbatte anche il tasso di inquinamento». E per chi arriva dall’hinterland? «È tutto collegato: bisogna potenziare i mezzi pubblici, abbassare il costo dei parcheggi alle porte della città, creare degli hub dove possano essere custodite a prezzo accessibile le biciclette private. Quando uno entra, prende i mezzi. Oppure la bici. E pedala sicuro».