Corriere della Sera (Brescia)

Caldo e smog: è allarme ozono

Limiti superati in città, sui laghi e nella Bassa. Rischi per la salute dei bambini

- Trebeschi

Il caldo record degli ultimi giorni interagisc­e con gli inquinanti prodotti dall’uomo ed i livelli di ozono superano i limiti in città e provincia. Ci sono rischi per la salute di bimbi e donne gravide: da evitare le ore più soleggiate.

Quando il livello di ozono è alto, come in questi giorni, nemmeno il parco risulta un luogo sicuro: anzi, è proprio nelle aree verdi «dei grandi centri urbani» che «si accumula l’ozono prodotto dal traffico veicolare». È scritto nero su bianco nell’opuscolo del ministero della Salute su «Come vincere il caldo», scaricabil­e anche dal sito dell’Ats di Brescia.

L’ozono, che ha effetti irritanti sulle mucose, negli ultimi giorni ha superato in tutta la provincia i livelli stabiliti dalla normativa. In giornate torride come queste soprattutt­o bimbi, donne gravide e chi fa sport all’aperto devono stare attenti a non esporsi al sole. A fronte di un limite di 120 microgramm­i per metro cubo ieri la città ha superato quota 180. Sopra soglia anche le concentraz­ioni dei giorni scorsi, con domenica 17 giugno che ha visto raggiunger­e i 160 microgramm­i a Brescia, i 143 a Iseo e i 178 a Manerbio. Segno che il problema dello «smog estivo» riguarda diverse zone della provincia: sotto la cappa di ozono ci sono anche il lago di Garda e il Sebino. E questo può dipendere dal fatto che «l’ozono ha delle estensioni spaziali molto grandi. Ed è caratteriz­zato da una forte persistenz­a, soprattutt­o in assenza di vento» spiega Maria Luisa Volta, professore­ssa dell’Università di Brescia. La quale ricorda che l’ozono è «un inquinante completame­nte secondario». In altre parole, «non esistono emissioni dirette» di questo gas: si forma in atmosfera per effetto dell’interazion­e di altri inquinanti, soprattutt­o gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (Cov), che reagiscono a causa della presenza della radiazione solare. La domanda, quindi, si sposta su quali sono le sorgenti di inquinanti (NOx, Cov) precursori dell’ozono. I Composti organici volatili derivano dall’attività industrial­e e domestica: «si pensi – suggerisce Volta – all’uso di solventi, vernici, sgrassator­i per metalli, il ciclo del lavasecco», tutte attività che liberano composti volatili. Poi c’è l’attività «biogenica» delle piante, che naturalmen­te rilascia questi «composti». Gli ossidi di azoto, invece, derivano dai processi di combustion­e, ossia industrie, centrali e traffico. Può forse apparire paradossal­e, ma se si vuole ridurre la concentraz­ione di ozono nelle aree urbane «bisogna agire soprattutt­o sui composti organici volatili». Il calo degli ossidi di azoto, invece, incide «maggiormen­te nelle zone extraurban­e: ecco perché risulta difficile tenere sotto controllo l’ozono» osserva Volta. La persistenz­a di questo gas, unita al forte irraggiame­nto solare, fa sì che l’ozono sia un problema tipicament­e estivo. E se le polveri sottili invernali (PM10) hanno effetti sulla salute peggiori dell’ozono, è pur vero che anche questo gas si forma – indirettam­ente – per effetto dei processi di combustion­e, prima di tutto il traffico veicolare: ecco perché in molti si aspettano provvedime­nti per limitare la circolazio­ne delle auto che siano validi tutto l’anno.

Volta

L’ozono si forma in atmosfera per effetto dell’interazion­e di altri inquinanti: ossidi di azoto e composti organici volatili reagiscono con le radiazioni solari

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