Agenda unica e liste d’attesa è polemica
Botta e risposta sulle liste d’attesa: a tenere banco è la questione «agenda unica», quella che dovrebbe consentire di prenotare una visita o un esame conoscendo i tempi d’attesa sia del pubblico sia del privato. Oggi, infatti, tramite il Cup regionale si possono confrontare le attese solo negli ospedali pubblici. E questo non aiuta, dato che al cittadino servirebbe un feedback istantaneo anche rispetto ai tempi del privato. Per farlo, o la persona cerca on-line oppure deve chiamare ogni clinica privata: ecco perché tre anni fa la giunta approvò, all’interno delle regole del sistema sanitario, l’idea dell’agenda unica. Che potrebbe anche non partire mai, è l’accusa dei democratici. «Il dietrofront della giunta regionale – spiega il consigliere regionale del Pd Gian Antonio Girelli – ci è stato confermato dalla relatrice del Piano regionale di sviluppo in commissione sanità Simona Tironi, secondo la quale l’agenda unica non si farà mai perché costerebbe troppo». Ricostruzione smentita dalla diretta interessata, che ha colto l’occasione per ribadire come «la riduzione delle liste d’attesa» sia «uno degli obiettivi principali dell’amministrazione regionale», suffragato dagli «stanziamenti di risorse» attraverso i quali l’assessore Giulio Gallera è riuscito a «velocizzare l’iter per le prestazioni richieste con maggiore frequenza». Tironi (Forza Italia), inoltre, ricorda che già oggi è possibile «verificare la disponibilità» delle agende pubbliche e private tramite il sito «Prenotasalute».
E tuttavia il Pd incalza, ricordando che in una delibera di fine 2015 «si legge che l’agenda unica doveva diventare dal 2017 requisito vincolante per le strutture private per mantenere il contratto con la Regione». Nessuno, finora, pare abbia perso l’accreditamento. (m.tr.)