Barone Pizzini sul Monte Netto con Berlusconi
Sparito dalla Loggia quando Tagliaferri l’ha venduto con arredi e altre cianfrusaglie e ricercato da collezionisti bulimici e studiosi per anni, il Bagnatore perduto è riapparso a pagina 44 del catalogo di una casa d’aste fiorentina: la sua Annunciazione è stata acquistata all’asta da Brescia Musei grazie ai bonifici di monuments men reclutati sui social e a Barone Pizzini, che ha pagato un terzo della cifra (17 mila euro esclusi i diritti; la tela ora sarà restaurata). Un mecenatismo di-vino che Piermatteo Ghitti, l’amministratore delegato, racconta con romanticismo: suo padre Piergjacomo ha inseguito le tracce e i segni sporchi di tempera del Bagnatore per anni, cercando di rintracciare un legame con le origini della propria famiglia, i Ghitti di Bagnadore . «Non è la prima volta — dice — che restauriamo una sua opera. Già negli anni Novanta e nel 2006, abbiamo recuperato la Pallata». Le affinità elettive con il pittore passano anche da una consonante: Bagnadore è l’iconica riserva di Barone Pizzini. Una cantina che ora guarda oltre confine, sulle pendici del Monte Netto: dopo qualche corteggiamento e mesi di scoperta reciproca, ha firmato una collaborazione con La contessa di Capriano del Colle, l’azienda di Alessia Berlusconi (figlia di Paolo e nipote di Silvio). «Ci occuperemo della vendemmia già tra qualche settimana: le prime bottiglie (vino rosso e bianco) saranno nelle enoteche dal prossimo autunno» fa sapere Silvano Brescianini, general manager di Barone Pizzini. I conti della società non sono rossi come il vino: nel 2017, ha venduto 584 mila bottiglie (nonostante la sciagurata gelata di aprile) e chiuso un bilancio con oltre 50 mila euro di ricavi. (a.tr.)