Corriere della Sera (Brescia)

Il più grande teatro di Teheran nato da una scommessa a Cremona

Il progetto di Giorgio Palù : marmi e tappeti per la musica e per i sermoni degli imam

- Gilberto Bazoli

Una scommessa nata quasi per caso. «Ci credevo poco». Invece l’architetto Giorgio Palù, 53 anni, È riuscito nell’impresa di vincere la gara internazio­nale per costruire un teatro a Teheran che, con i suoi duemila posti, sarà il più grande dell’Iran. Sorgerà all’interno di un gigantesco centro commercial­e, già esistente, che si estende su un’area di 1,3 milioni di metri quadrati dove trovano spazio decine tra ristoranti e alberghi e che è costato più di 5 miliardi di dollari.

«È partito tutto da una telefonata dei responsabi­li di un’azienda di Treviso, la 2 Square: te la senti?», racconta il progettist­a cremonese, titolare dello studio Arkpabi (cioè Giorgio Palù & Michele Bianchi architetti). Palù, che è pure scultore e designer, ha accettato, anche perché la musica è una passione diventata parte del suo lavoro: ha firmato l’avvenirist­ico auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino di Cremona e una sala da concerti a Stoccolma. «A dicembre sono volato a Teheran per incontrare i committent­i, un pool di importanti imprendito­ri locali. Mi hanno chiesto di pensare qualcosa di unico, di speciale, capace di essere la perla del centro commercial­e, inaugurato all’inizio dell’anno». Sono stati ammessi alla gara anche gruppi francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, americani e russi. «Ho domandato se dovevo lavorare su una sala da concerto con il palcosceni­co il più possibile baricentri­co o su un teatro dalla configuraz­ione classica. Un teatro, mi hanno risposto, che possa ospitare anche gli interventi delle autorità».

Tornato a Cremona, Palù si è seduto alla scrivania. «Il progetto originario prevede una struttura con 2.500 posti — spiega mostrando i disegni —. C’è un’idea di fluidità. Le forme sono sempre avvolgenti, sinuose, mai spigolose». Tutto intorno alla struttura una grande vetrata, come una scatola trasparent­e su quell’armonia interna. «Abbiamo cercato di assorbire elementi della cultura persiana immaginand­o, sul pavimento del foyer, un tappeto lungo 40 metri in marmi colorati che richiama i tappeti storici iraniani, ma reinterpre­tati in una chiave attuale». Nel foyer anche stalattiti di luce e pilastri luminescen­ti, «un omaggio all’affascinan­te Sala degli specchi che si trova nel Palazzo del Golestan, a Teheran». Uno sguardo al passato senza dimenticar­e la modernità. «Il blocco centrale dell’onda sul soffitto sarà un grande schermo su cui verranno proiettate immagini».

La risposta degli iraniani è arrivata all’inizio di questa settimana, di notte: la soluzione made in Cremona ha sbaragliat­o il campo dei concorrent­i. Insieme con l’annuncio, una richiesta: «Allargare e rendere più comode le poltrone, riducendo i posti a 2.000 circa, e prevederne tre in prima fila per le massime personalit­à del Paese». Il progetto esecutivo dovrà essere consegnato entro novembre mentre il completame­nto dell’opera è fissato per fine 2019. Palù si prepara a fare la spola tra la sua città e Teheran. «Ho trovato un mondo diverso da quanto mi aspettavo, molto più vicino a noi. Ho colto una grande voglia d’Occidente».

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Il futuro auditorium in Iran
(Raffaele Rastelli)
Armonia Il futuro auditorium in Iran (Raffaele Rastelli)

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