Brescia, Leonessa del ritmo oltre i confini
Una colonna sonora diffusa dal Castello alle periferie
Brescia si è svegliata bella tra i primi suoni della Festa della Musica 2018, un’ondata di band, solisti, cori, orchestre e dj che ha portato in città 4 mila musicisti bresciani e non chiamati a tenere alto l’orgoglio di questo progetto su 80 palchi sparsi tra centro e quartieri. La Festa della Musica più grande d’Italia è lunga come un’ultra maratona e si espande dal centro storico alla periferia, contagiando piazze, musei, Castello, parchi e vie con un miscuglio di generi, esperienze e suoni senza precedenti.
In via Battaglie ci sono l’odore speziato di kebab e il riverbero della batteria dei Bad Dinosaur, rock giovanissimo per accompagnare il primo calice al Ponticello di via San Faustino. E prima di mezzogiorno la Loggia si gode l’ombra e gli ottoni della Chardonnay Dixie Band.
Brescia si sveglia bella tra i primi suoni della Festa della Musica 2018, un’ondata di band, solisti, cori, orchestre e dj che ha portato in città quattromila musicisti chiamati a tenere alto l’orgoglio di questo progetto su 80 palchi sparsi tra centro storico e quartieri. La Festa della Musica più grande d’Italia è lunga come un’ultra maratona e per essere raccontata va attraversata di corsa. Si parte dall’aperitivo in via Gasparo da Salò che serve bianco, bertagnì e rock’n’roll, soprattutto con i Bonebreakers di Alle B. Goode, a metà scaletta della mattinata. Basta fermarsi in un punto qualsiasi della città per sentire la potenza dell’idea di Jean Luc Stote, direttore artistico della FdMBS: riff distorti, cascate di pianoforte, martellate di cassa, sintetismi tastieristici, fiati e voci amplificate che si incrociano in un flusso meticcio di generi.
Musica ovunque e per tutti: nelle piazze, in metropolitana e fuori dai bar, anche in carcere e nelle case di riposo. Nel pomeriggio si schiaccia l’acceleratore: attacca il bus stage di Latteria Molloy e Albori Festival, che freme per Kaufman, Dino Fumaretto e Umberto Maria Giardini; mezzora dopo tocca a Volume Up aprire i battenti in contrada Pozzo dell’Olmo, in line up, tra gli altri, ci sono Tin Woodman, Mulai e i torinesi Wicked Expectation. La Riserva del Grande, in via Paganora, è una metà ristoratrice per i cultori dell’indie pop locale; il Boschetto Paganora infatti è popolato da animali strani, vedi Auroro Borealo.
Quest’anno anche molti quartieri si sono fatti sentire organizzando concerti, palchi aperti e notti bianche. Mompiano, per esempio, ha trasformato il Parco Castelli in un dancefloor hard dance a cielo aperto. La Festa della Musica, democratica e popolare, è la colonna sonora migliore per il primo sabato d’estate. Da mattina fino a notte fonda quando basta alzare lo sguardo per capire dove finire la serata: il battito elettronico del Castello raduna i suoi nottambuli.