Rifiuti, costi e cassonetti
Detto proprio fra noi... mi incuriosisce sapere quali sono le proposte intelligenti che la sig.ra Eleonora Busi (rubrica in questa pagina del 17 giugno)ha sentito fare da chi è uscito sconfitto nelle elezioni comunali. La consigliera Gamba a nome dei 5stelle ha avuto ben 6 bilanci previsionali per indicare quanti soldi destinare ad incentivare l’uso delle biciclette da parte dei dipendenti comunali nel tragitto casa/lavoro. Peccato che in consiglio comunale in 5 anni non si è mai sentito proporre da quale capitolo di bilancio togliere una data cifra per destinarla ad un altro capitolo con lo scopo di finanziare la premialità riservata agli oltre 1.600 dipendenti. Peccato che Guido Ghidini abbia ignorato che una larghissima parte dei dipendenti abita fuori dal comune ed è costretto a percorrere nelle ore di ingresso/uscita dal lavoro le provinciali e le tangenziali già pericolosamente congestionate di loro. Senza contare che sarebbe risultato discriminatorio e iniquo dare un incentivo economico a chi risiede a 4/5 km e negarlo di fatto a chi abita a 20/30. La proposta sottintendeva maliziosamente dimostrare che non si è creduto a sufficienza nell’uso della bicicletta, mentre parlano da soli i nuovi km di ciclabili in sede propria. Sul tema del “decoro” al mercoledì sera poi voglio ricordare a Paola Vilardi che già con la prima giunta Corsini si tentò la sperimentazione dei cassonetti a scomparsa in via Elia Capriolo e nei pressi di piazza Vittoria. Sperimentazione naufragata sotto i divieti insormontabili della soprintendenza. Sentiti i gli amministratori di Pisa quanto fatto nella città della torre pendente è stata una via crucis che per concludersi non ha tenuto conto delle collocazioni ottimali visti i continui ritrovamenti negli scavi. Ma soprattutto è stato un bagno di sangue economico visto che per interrare 22 batterie di cassonetti e posizionarne altre 20 in superficie si sono spesi qualcosa come 3,4 milioni di euro. A Pisa questa soluzione in ogni caso non sarà in alternativa alla raccolta porta a porta dei cartoni e, in alcune zone, anche delle altre frazioni compreso l’organico che “puzza” e che viene esposto per strada non una, ma tre volte alla settimana. Per completezza ricordo che entro le mura venete di Brescia sono posizionate 72 batterie da 3/4 cassonetti cadauna alle quali aggiungere le 12 postazioni con ristrettezze di spazio, in totale 84 luoghi dove scavare e quasi certamente riposizionare, vista la sicura densità di reperti archeologici, la collocazione dei 280 cassonetti fra interrati e in superficie.
Se poi si utilizzasse lo stesso parametro di costo di Pisa il preventivo di spesa sarebbe almeno di 6,8 milioni di euro al netto di manutenzioni, abbandoni di rifiuti a fianco delle torrette e gli scarsi risultati quali/quantitativi visto che i pisani raggiungono il 46,5% di differenziata a fronte del nostro 67% del mese scorso. Questo costo ricadrebbe indistintamente sulla tariffa e per colpa di pochissimi penalizzerebbe tutti. Che ci sia da migliorare negli orari e nell’ordine di esposizione a distanza di soli 9 mesi dall’entrata in vigore del nuovo sistema in Centro mi pare quasi pleonastico. Questo vale anche per i quartieri periferici, ma il fatto che la pulizia della nostra città sia un modello virtuoso riconosciuto dalle decine di migliaia di turisti italiani e stranieri è la controprova della bontà di quanto adottato, anche in centro. Personalmente penso che se oltre il 42% dei cittadini non è andato a votare è perché si è stufato di sentire promesse irrealizzabili o tanto generiche e confuse da esserlo di default.