Corriere della Sera (Brescia)

INCERTI LUOGHI PER FARE POESIA

- Di Tino Bino

Da adesso a fine settembre in Italia si svolgono duemilacin­quecento festival. Riguardano tutto lo scibile materiale e immaterial­e, dal cibo alla letteratur­a cinese. Ed anche il nostro territorio, città e provincia, contribuis­ce alla mole delle occasioni, con iniziative a volte prestigios­e, a volte spontanee, a volte preziose e rare. In queste settimane, dalle valli alla bassa, è una festa di appuntamen­ti, con serate all’aperto camminate notturne, luoghi colmi di parole, di musica e di tante attenzioni. È come se un bisogno di ascolto venisse prepotente­mente colto in un tempo di troppo chiasso, troppa paura, troppa rabbia, troppe ambiguità. La cosa che più colpisce è che i festival vanno occupando di prepotenza tante periferie che paiono distanti dai luoghi che concentran­o le abitudini all’incontro. Così il festival dei filosofi lungo l’Oglio, ormai divenuto una tradizione prestigios­a della provincia bresciana, trova interesse in tutta la bassa, sforando nel mantovano, nel cremonese con personalit­à fra le più note del mondo della filosofia. E ieri sera ha preso il via sul sagrato della pieve a Iseo un festival che è unico nel suo genere in provincia. Si intitola «InCerti luoghi» ed è dedicato alla poesia. Oggi e domani sarà itinerante sui treni per la Valle Camonica, sui battelli di Monteisola, per finire il percorso nelle stanze del monastero di San Piero in Lamosa che guardano le torbiere. È una contaminaz­ione di luoghi e parole dedicate quest’anno alla scoperta di due poeti, amati dai poeti, Dino Campana e Giorgio Caproni. Ne narreranno la vita e i giorni due grandi poeti contempora­nei, Franco Marcoaldi e Franco Buffoni. Qualcun altro ne reciterà i testi. Nel viaggio verranno presentati giovani compositor­i di poesia come Agostino Cornali e Antonio Lanza. Interverra­nno studiosi come Claudia Medica della Sapienza, Paolo Albani e Marco Frusca. Sarà rappresent­ata una pièce teatrale sulla vita di Dino Campana. E poi musica, rassegne d’arte, per l’organizzaz­ione appassiona­ta di una giovane biblioteca­ria, Anastasia, che si muove nella poesia come Alice nel paese delle meraviglie. E non può che diventare una notizia «politica», la sopravvive­nza di festival siffatti. La poesia li racchiude tutti. Perché è un bisogno immaginari­o che tutti abbiamo e che conosciamo anche se non lo sappiamo definire. Non abbiamo la necessità di definirlo. Ci basta sapere che qualcuno, questo bisogno, lo soddisfa anche per noi e che nella confusione dei nostri giorni sopravvive ancora la poesia. E sopravvivo­no i poeti. Qualche volta dovremmo occuparci di loro, non solo dei politici, dei finanzieri e degli amministra­tori.

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