Corriere della Sera (Brescia)

Po, in un anno 25 mila pesci e sedici specie nell’«ascensore»

Anche esemplari rari nell’impianto di risalita

- Gilberto Bazoli

CREMONA L’ascensore del Po sta funzionand­o. Sono circa 25 mila in un anno i pesci che hanno utilizzato l’impianto di risalita, inaugurato il 17 marzo 2017, di Isola Serafini, tra Cremona e Piacenza. «Un risultato positivo», è il bilancio di Cesare Puzzi, veterinari­o ittiololog­o.

Fino a 56 anni fa migliaia di pesci percorreva­no ogni giorno, per riprodursi e sfuggire ai predatori o all’inquinamen­to, l’autostrada d’acqua lunga 580 chilometri che va all’Adriatico al lago di Lugano. Ma la diga artificial­e di Isola Serafini e la sua centrale idroelettr­ica, costruite nel 1962, si trasformar­ono in un ostacolo insormonta­bile per quegli spostament­i. Con effetti devastanti sull’ecosistema del Grande fiume. Ma non è più così grazie al progetto Life ConfluPo, co-finanziato dall’Unione europea, e all’apertura, realizzata dall’Aipo, di un corridoio ecologico simile a una scala con grandi vasche di cinque metri che fanno da gradino e con la corrente attirano la risalita dei pesci.

«Il numero assoluto di quelli passati, in realtà, è maggiore perché a causa delle acque torbide non tutti sono stati registrati. Ma l’elemento più interessan­te è rappresent­ato dalla quantità delle specie transitate: sedici» ha detto il professor Puzzi, intervenut­o al convegno che, ieri, ha fatto il punto della situazione . «Si tratta di una buona varietà di pesci che hanno caratteris­tiche migratorie diverse», spiega l’ittiologo. I barbi la fanno da padrone, seguiti dai cefali calamita. Non si sono invece ancora visti gli storioni.

«Li aspettiamo a braccia aperte. Sono stati filmati pesci, come due esemplari di savette, che non si trovavano più da un sacco di tempo», conclude Puzzi aggiungend­o che ne hanno «approfitta­to» anche 78 pesci siluro.

Non è un caso se, sempre ieri, è stato firmato un patto anti bracconagg­io triennale tra quattro Regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna), quattro prefetture (Milano, Torino, Venezia, Bologna) e l’Autorità di bacino distrettua­le del Po. Il bracconagg­io delle acque è un’attività antica e difficile da debellare, che negli ultimi anni ha visto un allargamen­to e un’evoluzione preoccupan­te.

«Purtroppo la pesca illegale, anche ad opera di bande organizzat­e di stranieri, è in aumento», ha denunciato infatti l’assessore lombardo all’Agricoltur­a, Fabio Rolfi. L’accordo prevede, tra l’altro, il potenziame­nto del personale e della dotazione di mezzi (autoveicol­i, natanti, visori notturni) dedicati in via esclusiva a contrastar­e i predoni delle sponde. Sul fronte normativo, si punta invece ad armonizzar­e le diverse discipline regionali, spesso contraddit­orie tra loro, con l’obiettivo di arrivare finalmente a un unico regolament­o per la pesca nel Po.

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● Tra le specie transitate barbi, cefali calamita, due esemplari di savette. Attesi gli storioni ● Tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna è stato firmato un patto anti bracconagg­io
L’anagrafe ● Tra le specie transitate barbi, cefali calamita, due esemplari di savette. Attesi gli storioni ● Tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna è stato firmato un patto anti bracconagg­io
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Sopra e a lato due immagini dell’impianto creato tra Cremona e Piacenza per il passaggio dei pesci che da sempre lungo il fiume viaggiavan­o e si riproducev­ano . Ora la «strada» è stata ricostitui­ta grazie a un corridoio ecologico e...
La pista Sopra e a lato due immagini dell’impianto creato tra Cremona e Piacenza per il passaggio dei pesci che da sempre lungo il fiume viaggiavan­o e si riproducev­ano . Ora la «strada» è stata ricostitui­ta grazie a un corridoio ecologico e...

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