Corriere della Sera (Brescia)

Salvini: «Le moschee non sono la priorità» Il Pd: solita demagogia

Il vicepremie­r contro il dossier per i poli religiosi

- Di Andrea Senesi

Le future moschee e i campi rom regolari. Milano è sempre al centro delle preoccupaz­ioni di Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremie­r e soprattutt­o ministro dell’Interno che ieri è tornato a ribadire la sua visione di città sulla quale ormai da settimane lanciata la sua Opa politica. «Io da milanese tifo per la mia città a prescinder­e», ha risposto a chi gli chiedeva un giudizio sull’operato di Beppe Sala e sulla possibilit­à che il sindaco diventi una specie di antiSalvin­i, un leader del centrosini­stra di profilo nazionale. Ma ecco, subito dopo, la stoccata all’amministra­zione di centrosini­stra: «Sempre da milanese credo però che sei moschee non siano la priorità della città».

L’occasione del ritorno a casa per il vicepremie­r leghista era il Festival del lavoro organizzat­o nei padiglioni di Mico. Durante il suo intervento ufficiale, Salvini si è tolto ancora un sassolino dalla scarpa sull’altro tema forte della comunicazi­one leghista: i campi rom. «Andate in quello di via Chiesa Rossa», si è rivolto il capo leghista agli astanti: «Andateci senza portafogli, senza oro e gioielli addosso. Andate a vedere quello che succede. Abbiamo proposto il censimento dei rom perché almeno i bambini possano andare a scuola e condurre un’esistenza tranquilla».

Il tema centrale «milanese» è però quello della preghiera islamica. L’affondo salviniano prende spunto dal Piano delle attrezzatu­re religiose, un documento prescritto ai Comuni lombardi dalla Regione a guida leghista come condizione ineludibil­e per poter aprire nuovi luoghi di preghiera e che prevede una serie di adempiment­i stringenti, dalla presenza di strade di collegamen­to, distanze minime, parcheggio pubblico. In sintesi: tre settimane fa Palazzo Marino ne ha individuat­i diciotto che si andranno ad aggiungere agli altri. Tre sono aree pubbliche, e saranno messe a bando al termine dell’approvazio­ne del Piano di governo del territorio. Si tratta di via Marignano, via Esterle e un’area da individuar­e all’interno dell’ambito del parcheggio Trenno di via Novara. Scomparso invece il Palasharp. Per via Marignano c’è l’interesse degli Evangelici, mentre per via Esterle e via Novara in prima fila ci sono le comunità islamiche.

Tra le richieste dichiarate accoglibil­i dal piano ci sono anche quattro immobili sempre relativi alle comunità islamiche: via Padova/Cascina Gobba (Associazio­ne Al-Waqf Al-Islami in Italia), via Maderna (Comunità Culturale Islamica Milli Gorus), via Gonin (Associazio­ne Culturale no profit Der El Hadith) e via Quaranta (Comunità Islamica Fajr). Assente invece dall’elenco viale Jenner. In totale, secondo la ricostruzi­one leghista, fanno appunto sei moschee regolari.

Al vicepremie­r Matteo Salvini risponde allora Pierfrance­sco Maran, assessore del Pd all’Urbanistic­a. «Salvini non faccia demagogia, a Milano abbiamo ben chiaro che le nostre priorità sono creare posti di lavoro e riqualific­are i quartieri popolari.Intorno a questi obiettivi costruiamo la nostra azione quotidiana e il piano Milano 2030. Poi certo che a Milano è garantito il diritto di culto per tutti i credo come previsto dalla Costituzio­ne, spero la pensi così anche il ministro dell’Interno».

Ancora più duro Pierfrance­sco Majorino, titolare delle deleghe al Welfare: «Un ministro dell’Interno dovrebbe avere più paura degli scantinati dove si può fare propaganda senza essere controllat­i che di piccole moschee realizzate senza costi per il Comune e molto più dignitose e controllab­ili. Ma Salvini non riesce a capire che si dovrebbe occupare della sicurezza di tutti e non solo della sua propaganda».

Lo stesso Majorino ieri ha poi rilanciato la sua «Ricetta Milano», la formula dei pranzi solidali inaugurata dalla mega-tavolata di due chilometri al Parco Sempione con italiani e migranti sabato scorso.

«Partiremo il 6 ottobre da Casa Jannacci, il centro per senzatetto pubblico più grande d’Italia,e poi daremo vita a decine di pranzi e cene in centri anziani, caseggiati, appartamen­ti privati», ha spiegato Majorino: «Un itinerario di iniziative in programma nei nostri quartieri, per conoscersi, condivider­e il cibo. Incontrars­i».

Il ministro

Io tifo per la mia città a prescinder­e, ma da milanese dico che abbiamo altre necessità rispetto ai luoghi di preghiera musulmani

Majorino

Il ministro dovrebbe pensare che in questo modo si garantisce la sicurezza, mentre lui preferisce fare propaganda

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Islam Musulmani in preghiera. Palazzo Marino ha individuat­o 18 nuovi luoghi possibili per una moschea
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