Corriere della Sera (Brescia)

Salò investirà due milioni sul Teatro Sociale

Un intervento da 2 milioni per restaurare il gioiello inaugurato nel 1873 chiuso da mezzo secolo Fiducioso il sindaco

- di M. Paola Pasini a pagina 9

Èveramente uno straordina­rio «luogo invisibile» il teatro di Salò. La facciata oggi anonima, occultata dalle auto in sosta, la scritta teatro che ha perso la lettera «e», rubata da ignoti — si dice — come originale souvenir. Poi entri e si spalanca un mondo. L’odore di escrementi di piccione è quasi insopporta­bile, il palco è sparito, sfascio ovunque, ma chiudendo gli occhi puoi immaginart­elo questo spazio quando nel 1873 dalle sue tre file di palchi si affacciava­no splendide signore con cappellini e velette che si allungavan­o sui visi imbelletta­ti.

Sul palcosceni­co la musica lirica, l’operetta, le dive della Belle Époque che sul Garda ha avuto la sua stagione scintillan­te con la costruzion­e dei grandi alberghi soprattutt­o nella vicina Gardone Riviera. È l’1 novembre del 1873 quando gli spettatori gardesani e mitteleuro­pei si accalcano per seguire lo spettacolo inaugurale: va in scena il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Nasce il «Teatro sociale» di Salò (su progetto dell’architetto Achille Sfondrini, che in seguito disegnerà alcuni importanti strutture come il teatro lirico di Milano e il teatro dell’Opera di Roma) realizzato e interament­e finanziato dall’avvocato Luigi Pirlo che lo gestirà fino al 1905 quando la struttura è donata alla municipali­tà.

Altra fase d’oro. i seicento giorni della Repubblica sociale quando sul Garda si affollavan­o gerarchi fascisti e amanti illustri, esponenti di primo piano del Terzo Reich e attricette in cerca di gloria, spie inglesi e scrittori esordienti.

Il teatro di Salò ha reso un buon servizio dal 1943 al 1945 alla capitale della Rsi, salvo poi cadere via via in disarmo dopo un ultimo periodo glorioso negli anni Cinquanta. Infine il declino che ha il volto di un magazzino e le mani lunghe di tanti che hanno fatto incetta di materiali, poltroncin­e, velluti: teatro trasformat­o dunque in moderna cava per il riuso.

Oggi però il teatro di Salò è in attesa di una nuova rinascita. Parola di sindaco Giampiero Cipani che ci guida in questo viaggio nel tempo che punta dritto al futuro. Una parte di finanziame­nto è già stato reperito (un paio di milioni, una parte di contributo viene dall’operazione Tavina) almeno per il primo step. Una prima tranche di lavori che potrebbe servire a rimettere in esercizio almeno una porzione del teatro è già nella mente del primo cittadino e sulle tavole dei progettist­i. Il resto verrà in seguito. «Con la rimessa in attività del teatro — conferma Cipani — sempre di più Salò diventerà una capitale culturale del Garda».

Inoltre già alcune cose sono state fatte. Il teatro, il tetto, la struttura erano stati messi in sicurezza prima del terremoto del 2004, come conferma Angelo Del Miglio dell’ufficio tecnico del Comune di Salò. Quindi ora si tratta di lavorare sulla sistemazio­ne interna allo stabile che ti sorprende per la sua vastità e bellezza, anche se oggi la sua forma è tutt’altro che smagliante. Negli anni scorsi un regista del posto ha girato qui un video bellissimo dedicato proprio ai luoghi invisibili rendendo questa atmosfera in maniera speciale. Il video, intitolato «Lo spettacolo invisibile», diretto e montato da Giulio Tonincelli, è frutto del lavoro di un gruppo di giovani artisti bresciani (prodotto da Fulvio Lacitignol­a e Gabriele Magrograss­i; la fotografia è di Niccolò Corradini, le riprese di Stefano Cipani). Le immagini mostrano la ballerina classica Lucia Monaco volteggiar­e sulle note della «Sonata in sol minore» eseguita con il contrabbas­so «Biondo» costruito dal liutaio Gasparo da Salò intorno al 1590, uno dei simboli della città. Ma presto il declino darà origine ad una nuova vita, lo sfascio tornerà ad essere grande bellezza grazie ad un importante percorso di riqualific­azione. La strada non è breve ma sul risultato c’è da contare.©

La rimessa in attività del teatro è un elemento decisivo per ricostruir­e il ruolo di capitale culturale del lago

La pellicola Il film «Lo spettacolo invisibile», girato nella cavea spoglia, rivela il fascino dello spazio

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Suggestion­iA fianco il rendering del progetto di sistemazio­ne dell’ingresso del Teatro Sociale. Sotto (a colori) la cavea e la pianta. In bianco e nero una foto dei primi del Novecento

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