CAOS VACCINI ATTO SECONDO
Chiudono le aule, non le segreterie delle scuole, alle prese di nuovo con il caos vaccinazioni. L’atto governativo e la successiva conversione in legge dell’obbligo vaccinale per i minori dei 16 anni avevano occupato la scorsa estate: 7 giugno il Decreto e 31 luglio la legge, con circolari in pieno agosto e affannoso passaparola tra presidi, ATS e organismi di categoria per chiarirsi le procedure e scongiurare allontanamenti di alunni. Messo a regime il da farsi in questo anno transitorio, tra incomprensioni e sovraccarichi burocratici per le scuole, ecco che la querelle si riapre. Una uscita estemporanea di un Ministro (degli Interni, non della Salute o dell’Istruzione!) mette in dubbio validità e utilità delle 10 vaccinazioni previste, paventate di essere addirittura «dannose» e in ogni caso l’obbligo non sarebbe educativo. Probabile che la battuta successiva azzeri la questione e quindi non seguano provvedimenti legislativi, ma già nelle scuole si registra qualche timore e i dirigenti chiedono chiarezza, sottolineando almeno tre aspetti della questione. Il provvedimento nasceva dalla constatazione che il progressivo calo delle vaccinazioni, in atto in Italia dal 2013, ha portato ad una copertura inferiore al 95%, soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per garantire la cosiddetta «immunità di gregge», per proteggere cioè, indirettamente, anche coloro che, per motivi di salute, non possono essere vaccinati. Si tratta perciò di una tutela che copre tutti, convinti o meno, e non pare che in un anno lo scenario sia mutato. Si afferma che «educare è meglio che obbligare per legge»: vero, tant’è che le dichiarazioni che non siano determinazioni normative dovrebbero essere caute. Se un preside affermasse che a suo parere i voti sono opinabili, saprebbe bene quale pandemonio innescherebbe, pur senza modificare la legge. I responsabili scolastici, impegnati a far applicare la norma, chiedono atti legislativi e non battute in libertà. Né il Ministro né i dirigenti scolastici sono chiamati alla competenza medica. Si può discutere di tutto, ma sulla validità delle vaccinazioni ci sarà pure una comunità scientifica — seria, rigorosa, che fa ricerca e dà pubblico riscontro del suo lavoro — che supporta le scelte che altri devono fare a favore della collettività tutta. La voce scientifica è unanime a favore dell’obbligo vaccinale; modi, tempi e compatibilità con l’obbligo scolastico sono tutti opinabili, ma non si contraddica quel postulato. Ne va della credibilità delle istituzioni, governative e scolastiche.