Corriere della Sera (Brescia)

Nuovi profughi Arrivi calati del 90 per cento

Ma restano oltre 2.000 gli accolti

- Trebeschi

Gli arrivi dei profughi sono in costante calo. Ed è da 15 giorni che nessun nuovo richiedent­e viene trasferito in provincia di Brescia. Basta confrontar­e gli arrivi di giugno con quelli dello stesso mese dell’anno scorso — 29 contro 300 — per capire che la situazione è cambiata. I profughi non sono scomparsi — se ne contano circa 2.400 in provincia — quello che è cambiato sono gli sbarchi: il decreto dell’allora ministro dell’Interno Minniti ha ridotto il numero di partenze dalla Libia. Intanto, nella graduatori­a «provvisori­a» della prefettura di Brescia, risultano ammesse 30 società per la gestione 2018 dei profughi: sette le coop e le srl escluse.

È da 15 giorni che nessun nuovo profugo viene trasferito in provincia di Brescia. Quasi inimmagina­bile l’anno scorso, quando in Sicilia approdavan­o migliaia di richiedent­i al mese. I profughi non sono certo scomparsi né sono tutti immigrati nel Nord Europa — se ne contano circa 2.400 nel bresciano — quello che è cambiato sono gli sbarchi: il decreto dell’allora ministro dell’Interno Minniti e le nuove regole imposte alle Ong hanno ridotto sensibilme­nte il numero delle partenze dalla Libia.

Risultato, basta confrontar­e i primi sei mesi di quest’anno con quelli dell’anno scorso per scoprire che i trasferime­nti nel bresciano sono calati fino a dieci volte.

Se fino a marzo 2017 arrivavano in media 90 nuovi profughi al mese, quest’anno la prefettura di Brescia ne ha gestiti circa 30 al mese. Ma è la primavera la vera «cartina da tornasole» per comprender­e il fenomeno: l’anno scorso, tra marzo e aprile, furono trasferiti nel bresciano dai 213 ai 327 richiedent­i asilo; negli stessi mesi, quest’anno, il numero è dieci volte più basso.

L’inversione di tendenza è iniziata ad agosto dell’anno scorso e negli ultimi mesi si è assistito a un «generale alleggerim­ento» di strutture prima sempre piene, spiegano dalla Prefettura. E’ il caso dell’Asilo Notturno Pampuri, considerat­o l’«hub» della città di Brescia: oggi ospita all’incirca 180 profughi, ma nell’ultimo bando della prefettura si è presentato con 300 posti. La gara a evidenza pubblicata — scaduta a fine settembre dell’anno scorso — è stata attraversa­ta da una lunga fase di analisi della documentaz­ione e dei prerequisi­ti necessari per partecipar­e al bando. Sono diverse le società che si sono presentate con una documentaz­ione incompleta e hanno quindi dovuto fare ricorso al cosiddetto «soccorso istruttori­o».

Alla fine, però, sette tra srl e cooperativ­e non hanno passato l’esame della Commission­e e non sono quindi state ammesse alla fase successiva. Tra i «bocciati» si contano anche due alberghi della città di Brescia e una cooperativ­a vicina ad Angelo Scaroni, imprendito­re sotto indagine per truffa ai danni dello Stato proprio nella gestione dei profughi. Ed è per evitare casi analoghi che i requisiti del bando emanato dal Viminale sono diventati più stringenti.

Nella graduatori­a — al momento ancora provvisori­a, fino a quando non sarà validata dal prefetto — si trovano 30 società tra cooperativ­e, associazio­ni e onlus. Quella con il punteggio più alto è il Raggruppam­ento temporaneo di imprese (Rti) «Progetto Accoglienz­a & integrazio­ne» che fa capo all’imprendito­re Marco Riva, che ha messo a disposizio­ne più di 400 posti. Al secondo posto Olinda: la onlus con sede a Medole (MN), che nasce come cooperativ­a attiva nel mondo scolastico, negli ultimi anni ha invece profuso sempre più energie nella gestione dei «richiedent­i asilo»: 148 i posti offerti. Seguono Cascina Clarabella, Fraternità, Il Ponte e più di una «srl».

Alcune «storiche» realtà del settore — come Adl a Zavidovici diretta da Agostino Zanotti o la Cooperativ­a sociale K-Pax della Valcamonic­a — hanno pochi posti di «accoglienz­a straordina­ria» (Cas) perché hanno privilegia­to il percorso Sprar, quello per un’accoglienz­a più strutturat­a e integrata che, ad oggi,

Integrazio­ne Nell’ultimo anno sono aumentati i posti Sprar, passando da 280 agli attuali 420

conta qualcosa come 430 posti. Il numero è cresciuto soprattutt­o negli ultimi 12 mesi, quando diverse realtà — in particolar­e in Val Trompia — hanno deciso di aderire alla «proposta» della Prefettura di Brescia che chiedeva di «trasformar­e» i posti temporanei (Cas) in posti strutturat­i (Sprar).

Con un doppio vantaggio: per la Prefettura, che può contare su luoghi sicuri dove poter inviare i profughi, e una soglia massima di richiedent­i asilo nei singoli comuni (2,5 ogni mille abitanti) che non può essere superata.

 ??  ?? Salvataggi Con il decreto Minniti gli sbarchi sulle coste italiane hanno iniziato a diminuire
Salvataggi Con il decreto Minniti gli sbarchi sulle coste italiane hanno iniziato a diminuire

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy