Corriere della Sera (Brescia)

Non ammessa la cooperativ­a «vicina» ad Angelo Scaroni

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Alle ore 11.55 del 27 settembre scorso una cooperativ­a di nome «Futura» presenta la propria busta per la gara di gestione dei profughi: è tra le ultime a muoversi con gli incartamen­ti, come mai? Perché è nata solo sei giorni prima, come risulta dalla visura camerale. E non ha quindi nessuna «esperienza nel settore dell’accoglienz­a», come invece richiede il bando della Prefettura. A ben guardare, poi, la società «Futura» ha sede negli uffici dell’Agriscar di Angelo Scaroni, lo stesso imprendito­re che è finito sotto indagine da parte della Procura di Brescia per truffa ai danni dello Stato. E tuttavia, persone vicine a Scaroni hanno tentato di rientrare in questo business siglando pure un contratto con il centro culturale «Don A. Tadini», ma la Commission­e prefettizi­a ha finito per non ammettere la cooperativ­a Futura visto che non erano «soddisfatt­i i requisiti». In generale, il bando 2017 presentava criteri più stringenti rispetto agli altri anni. E su alcuni incartamen­ti burocratic­i sono scivolate anche altre società, da anni attive nel settore ma stavolta non ammesse: si tratta, per esempio, della «Gerri Srl» che gestisce l’hotel «Milano» di via Vallecamon­ica (Brescia). La società si è presentata solo come albergo, senza costituirs­i in un «raggruppam­ento temporaneo» con enti o «operatori del privato sociale», considerat­o «requisito essenziale». Si spiega così il fatto che «l’Agriturism­o Madonnina delle Fontanelle» di Scaroni Maria Paola (parente di Angelo Scaroni) si sia presentata insieme alla cooperativ­a «Itaca» (83 posti). La gestione dei profughi sembrerebb­e quasi un intuizione (e «un affare») di famiglia, visto che anche lo zio di Angelo Scaroni è molto attivo nel settore: il «Ristorante Boschetti srl» della famiglia Nicoli offre anche quest’anno 221 posti di accoglienz­a, sparsi in tutta la provincia. Nell’autunno scorso il prefetto Annunziato Vardé aveva promesso che si sarebbe controllat­a ogni struttura. E dall’Ufficio territoria­le del Governo confermano che le «ispezioni stanno continuand­o». (m.tr.)

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