De Zerbi: tre mesi per il caso Foggia Maxi plusvalenze: Brescia nelle carte ma nessun rischio
Il calcio italiano, in questi giorni, rischia di subire una piccola scossa che riguarda, anche se parzialmente, il Brescia. Un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Serenella Rossano inchioda Chievo Verona e Cesena, ree di aver gonfiato oltremodo le valutazioni di alcuni calciatori al fine di aumentare il patrimonio netto della società e rientrare nei parametri stabiliti dalla Lega Calcio. Maxi plusvalenze, in gergo. Sono dodici le cessioni incrociate, alle quali vanno aggiunte un’operazione tra Novara e Chievo e due tra Cesena e Brescia. I calciatori coinvolti nello scambio effettuato tra la società biancoblù e quella romagnola sono Emanuele Fonte, difensore classe 1992 salito in Lombardia dalla Romagna, e Antonio Romano, attaccante classe 1995 che aveva fatto il percorso inverso. Entrambi sono stati valutati 2 milioni e 400 mila euro, valore ritenuto abnorme rispetto alle loro doti: il primo è finito a giocare nel Faetano (San Marino), il secondo quest’anno era al CandidaMelfi (Promozione lucana). I fatti risalgono al 2014, ultimo anno della gestione Corioni, che era stato già deferito per un’operazione analoga con il Parma legata a Matteo Mandorlini e Cristian Pedrinelli. La Procura Federale chiese 30 mila euro d’ammenda, la società fu invece dichiarata innocente. Campedelli e Lugaresi, presidenti di Chievo e Cesena, sono stati deferiti ma, se il club romagnolo è sull’orlo del baratro perché sommerso dai debiti, quello clivense rischia la retrocessione. Per quanto riguarda il Brescia, invece, non ci sono rischi sportivi: potrebbe essere proposta di nuovo una multa, anche se in questi casi è sempre difficile fare previsioni. Bisognerà attendere il processo, al via tra circa venti giorni.
Una sentenza invece è già arrivata per il Foggia e per Roberto De Zerbi. Il tecnico bresciano, che allenerà l’anno prossimo il Sassuolo, è stato squalificato per tre mesi mentre i pugliesi affronteranno la prossima Serie B con 15 punti di penalizzazione. Il club era stato deferito a maggio «per avere reimpiegato nell’attività gestionale e sportiva nelle stagioni 2015/2016 (quando il bresciano era in panchina, ndr) e 2016/2017 un importo monetario molto ingente, sia a mezzo di bonifici, sia a mezzo di denaro contante, proventi di attività illecite di evasione e/o elusione fiscale».