Il «Romanino» a Giordano Bruno Guerri
Sette anni per il Festival e quattro per il premio a lui intitolato. Si rinnovano a Pisogne le iniziative nel nome di Girolamo Romanino, colui che Giovanni Testori definì «il più grande, più torvo e triviale dei pittori in dialetto dell’arte d’ogni regione e d’ogni tempo». La nuova edizione del festival «I volti del Romanino. Rabbia e fede», promossa da Comune di Pisogne e dall’associazione Cieli Vibranti, è stata presentata ieri. «Si prosegue l’opera di valorizzazione e conoscenza di questo straordinario patrimonio artistico, che appartiene non solo alla comunità di Pisogne ma a tutti coloro che amano la bellezza; la quarta edizione del Premio Romanino va in questa direzione» ha detto il sindaco di Pisogne, Diego Invernici. Il prestigioso riconoscimento, già assegnato a Massimo Minini, Christo e Vittorio Sgarbi, sarà quest’anno consegnato a Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, in una cerimonia in programma sabato alle 20.30 nella chiesa di S. Maria della Neve. «Romanino è nostro contemporaneo» è invece la riflessione del direttore artistico del festival, Fabio Larovere: «Un artista che ha saputo raccontare l’inquietudine di un’epoca segnata da profonde lacerazioni, ma che, come tutti i grandi, non resta confinato nell’alveo del suo tempo. La sua opera continua ad interrogarci e, attraverso le proposte del festival, proviamo a raccontarla da prospettive differenti». Due gli appuntamenti, a ingresso libero e con inizio alle 20.45, che esploreranno la dimensione popolare di Romanino, sempre nella cornice di S. Maria della Neve, che Testori definì «la Cappella Sistina dei poveri». Sabato 28 luglio è in programma un concerto del coro «Erica» di Paitone diretto da Vincenzo Loda, tra melodie popolari e spiritualità. Sabato 15 settembre, invece, con «Romanino pizzicato», inj scena l’orchestra di mandolini e chitarre «Il Plettro» di Gardone Val Trompia, diretta da Alberto Bugatti.