Debutta il consiglio comunale Tre votazioni per Cammarata
L’affondo di Paola Vilardi: «Sul nome serviva un minimo di consultazione, bastava una telefonata»
Il primo consiglio comunale ha richiamato parecchio pubblico in Loggia (ma non è una novità). Toni pacati e di sorprese nemmeno l’ombra. E, come previsto, Roberto Cammarata è stato eletto presidente del consiglio comunale. Alla terza votazione (segreta) però, quella a maggioranza semplice. Nelle due prime votazioni a maggioranza qualificata dei due terzi, forte sulla carta di 21 voti (compreso il suo) della maggioranza Cammarata ha preso 19 e 20 preferenze. Alla terza, sufficiente la maggioranza semplice e confermando venti preferenze, Cammarata ce l’ha fatta.
Il primo consiglio comunale chiama pubblico come sempre, impone un vestito non da spiaggia e, restando alla forma, suggerisce che almeno alla prima non si litighi o si alzi la voce. Riti e forma del consiglio hanno tempi non sempre coerenti: per l’esame della condizione degli eletti sono stati necessari quaranta minuti, il giuramento del sindaco («Giuro di osservare lealmente la Costituzione italiana») ne ha portato via meno di uno. Di sorprese nemmeno l’ombra e, come previsto, Roberto Cammarata è stato eletto presidente del consiglio comunale.
Alla terza votazione (segreta) però, quella a maggioranza semplice. Nelle due prime votazioni a maggioranza qualificata dei due terzi, forte sulla carta di 21 voti (compreso il suo) della maggioranza Cammarata ha preso 19 e 20 preferenze. Alla terza, sufficiente la maggioranza semplice e confermando venti preferenze, Cammarata ce l’ha fatta. Gli altri voti si sono divisi tra bianche e (soprattutto) preferenze per Laura Parenza, la presidente del consiglio uscente oggi capogruppo del Pd. Massimo Tacconi, capogruppo della Lega, proprio a lei ha fatto riferimento per delineare il presidente del consiglio ideale: «Parenza è stata equa, ha svolto un ruolo di garanzia, ha mostrato capacità di mediazione e di ascolto: questo noi chiediamo anche al prossimo presidente del consiglio». Paola Vilardi è stata più secca. Per lei la consuetudine istituzionale avrebbe voluto che ci fosse un minimo di consultazione: «Sarebbe bastata una telefonata: a voi va bene Cammarata? - ha osservato -. Non ho nulla contro la sua persona, ma so che è stato presidente della Fondazione Asm, che è uomo forte del Pd e che, insomma, dietro il civismo sbandierato di Del Bono, avremo un presidente di parte e non sopra le parti come invece dovrebbe essere».
Da eletto presidente Cammarata così ha replicato: «Rivendico la mia appartenenza al Pd, ma so che oggi dovrò declinare il mio ruolo in un’altra veste». Ha osservato che in questo consiglio sono presenti ben quattro ex presidenti del consiglio comunale (Laura Parenza, Giuseppe Ungari, Simona Bordonali e Laura Castelletti), «una situazione particolare, forse straordinaria, che mi assegna l’onere di proseguire con continuità ed equilibrio». A scanso di equivoci ha anche citato la scuola di atene, il quadro di Raffaello la cui riproduzione è esposta in consiglio comunale: «Tra Platone e Aristotele - ha detto -, io sto con Aristotele per la sua visione di città. La polis è per sua natura pluralista e non può essere ridotta a unità. la città è il fulcro del pluralismo delle idee, delle appartenenze.
Il mio compito sarà questo: garantire pluralismo e rispetto delle regole della democrazia». Che tali e alte dichiarazioni di intenti siano state sufficienti a tranquillizzare
Cammarata
Resto uomo Pd, ma ora declinerò il mio ruolo in modo diverso, in un’altra veste
Tacconi
Al nuovo presidente chiediamo di essere equo e di avere capacità di ascolto
L’ultima surroga Oltre ai consiglieri entrati al posto degli assessori, nella Lega arriva Melania Gastaldi
l’opposizione non è dato a sapere ma ieri, a riguardo, di ulteriori polemiche non ve ne sono state. In consiglio comunale, oltre ai consiglieri in sostituzione di quelli diventati nel frattempo assessori, anche Melania Gastaldi, esponente della Lega in sostituzione di Elena Bonometti, che ha dichiarato di rinunciare. Questa è stata l’unica piccola sorpresa e forse anche per questo Melania Gastaldi ha potuto raggiungere il suo posto in consiglio tra gli applausi dei colleghi.