A2A la sfida della sostenibilità
I vertici della multiutility: «Per noi è un principio che va alla pari con la redditività»
Sullo stesso piano i risultati economici e quelli legati alla sostenibilità». È la filosofia di sviluppo dei dirigenti di A2A che investono sempre più nell’economia circolare e nell’energia verde.
Sostenibilità e redditività devono andare di pari passo. È la convinzione dei massimi dirigenti di A2A che ieri, a Milano, hanno presentato il bilancio integrato con indicatori in forte crescita: non solo quelli classici (ricavi e utili in aumento), ma anche i numeri di una concreta economia verde.
Dalla differenziata che ha fatto un balzo in avanti di sette punti alla riduzione delle emissioni di Anidride carbonica, con un risparmio di 2,5 milioni di tonnellate. Fino ai 450 milioni di investimenti previsti nel prossimo quin- quennio. La sfida della multiutility prende forma nelle parole del suo amministratore delegato, Valerio Camerano: «Il gruppo mette sullo stesso piano i risultati economici e quelli legati alla sostenibilità», ha detto. Nella convinzione che la sostenibilità stessa «produce valore».
E a guardare l’ascesa di A2A in Borsa sembrerebbe quasi di avere una conferma: da quando Valerio Camerano e il presidente Giovanni Valotti hanno preso in mano le redini della multiutility, A2A «ha raddoppiato il valore di Borsa negli ultimi quattro anni» ha detto lo stesso Valotti. E in effetti, il titolo della Spa è passato da un valore di 84 centesimi del tre gennaio 2014 a 1,68 euro del quattro maggio scorso. Ecco perché il presidente ha sottolineato che «le aziende che nel tempo restano competitive sono quelle che fanno ciò che serve» e sono «utili alle persone». Nel senso che investono laddove il sistema ha più bisogno: efficienza energetica con progetti per la clientela (702 mila tonnellate di CO2 evitate), acquisizione di nuovi impianti fotovoltaici (34), l’avvio della costruzione di due impianti di valorizzazione della plastica e la progettazione di altri due impianti per il recupero della frazione organica dei rifiuti. Il futuro, in effetti, sarà sempre più legato all’economia circolare: l’Agenda Onu 2030 e l’Europa stessa chiedono (e indirizzano gli incentivi) laddove si riesca a gestire in maniera più sostenibile i rifiuti e si contribuisca al raggiungimento degli obiettivi di «decarbonizzazione».
Rispetto al 2015 il mix di fonti per la produzione di energia elettrica di A2A è cambiato: è sceso il carbone (dal 16 al 13%) ed è quasi raddoppiato il gas naturale, da sempre usato anche nei processi di cogenerazione. In leggero calo invece il settore delle rinnovabili (dal 36% del 2015 al 25% dell’anno scorso).
Tra gli obiettivi dei prossimi anni c’è anche quello di «recuperare» tutti i rifiuti raccolti a livello urbano come «materia» per gli impianti del gruppo: tre anni fa il recupero era al 31%, l’anno scorso aveva raggiunto quota 82% e nel 2022 l’ambizione è arrivare al 100%. Il presupposto è sempre quello di investire: «Dobbiamo stare molto attenti a non farci spiazzare dall’innovazione» ha ricordato ieri Valotti.