Il corpo di Suad adesso si cerca in cave e fossi
L’uxoricida ricorre al Riesame, il suo avvocato: «Nè corpo, nè prove, liberatelo»
Riprendono le ricerche del corpo di Suad, la 29enne scomparsa all’inizio di giugno dalla casa di via Milano. Per la procura la donna è stata uccisa dal marito che, ieri, ha presentato al Riesame richiesta di scarcerazione: «Mancano prove e il corpo».
Manca il cadavere. Non c’è l’arma del delitto. Nell’appartamento non ci sono tracce. Non è individuata una causa di morte. Sono questi i pilastri dell’istanza che ieri l’avvocato Gianfranco Abate ha presentato al Tribunale del Riesame a supporto della richiesta di scarcerazione del suo assistito, Abdelmjid El Bati, accusato dell’omicidio della ex moglie, Suad Alloumi, 29 anni, di cui si è persa ogni traccia nella notte tra il 3 e il 4 di giugno. Il pronunciamento del giudice è atteso per i prossimi giorni. L’uomo si è sempre professato innocente, ma la Procura, per voce del pm Maria Cristina Bonomo, è convinta che il 50enne El Bati abbia ucciso la ex, dopo aver riaccompagnato nella casa di via Milano, a Brescia, (dove vivevano con la madre) i loro figli di 9 e 3 anni e di aver messo il cadavere in un borsone (ci sono le immagini delle telecamere di sicurezza di un bar che lo immortalano mentre carica a fatica un grosso sacco nero sulla sua Mercedes) e di essersene liberato ancora non si sa dove. È l’unico modo attraverso il quale la donna, immortalata poche ore prima, mentre rincasava, ha potuto uscire dall’appartamento senza essere ripresa dalla videosorveglianza.
Gli inquirenti ne sono pressoché certi. Le tensioni e i frequenti litigi tra i due – forse per la gelosia di lui – potrebbero essere il movente. Ma da quella notte Souad Alloumi sembra essere svanita nel nulla nell’arco di quel buco temporale in cui, nel tragitto da via Milano a Seniga, dove abi- ta, svanisce nel nulla anche El Bati. Al lavoro ci sono gli uomini della Squadra Mobile della Questura. Si cerca di chiarire il quadro in cui sarebbe maturato il delitto e di circoscrivere il raggio d’azione dell’uomo che ha imboccato (LaPresse/ Cavicchi) la tangenziale Ovest poco dopo le 4 e mezza ed è stato poi «intercettato» da un altro occhio elettronico a Seniga oltre tre ore dopo. I carabinieri di Verolanuova hanno «mappato» la Bassa per individuare zone isolate, ma raggiungibili in auto, in cui El Bati potrebbe aver nascosto (forse con l’aiuto di qualcuno) il cadavere dell’ex moglie.
Nei prossimi giorni le ricerche si concentreranno in particolare tra cave, tratti di campagna e luoghi abbandonati, anche con l’ausilio dei cani. La scorsa settimana i carabinieri e i vigili del fuoco, spingendosi da Seniga fino a oltre il confine cremonese, avevano battuto meticolosamente argini e fondali dei fiumi Mella e Oglio che non avevano restituito alcuna traccia della giovane mamma.