Cresce il fotovoltaico, ma «pesa» ancora poco
Con l’acquisizione di 34 nuovi impianti fotovoltaici, A2A si è assicurata altri 35 megawatt di potenza installata. E l’obiettivo, nel quadriennio 2018-22, è di aggiungerne altri 170 megawatt. L’investimento testimonia la volontà della società di aumentare la propria quota di rinnovabile «puro», ma è pur vero che i pannelli solari rappresentano ad oggi ancora una quota minoritaria. A fronte di 17 mila gigawatt elettrici prodotti, solo
12 derivano dal fotovoltaico. La maggior parte è prodotta con centrali termoelettriche (11 mila gigawatt), che soddisfano quasi due terzi della produzione. Al 2022 l’obiettivo dichiarato è però quello di «ridurre del 10% il fattore medio di emissione della generazione elettrica rispetto ai livelli medi del periodo 2008-12». Nella strategia di un’economia sempre più «low carbon» la stessa multiutility sta valutando ulteriori passi per uno shopping verde. È di ieri l’annuncio che A2A «sta guardando al dossier» relativo agli impianti fotovoltaici messi in vendita in Italia dal fondo di private equity «Glenmont». Tra gli «asset in offerta» che più interessano la multiutility ci sono i segmenti «con dimensioni tra i 50 e i 60 megawatt». In parallelo, prosegue il lavoro di efficientamento delle reti esistenti per un minor consumo di energia: da una parte c’è il passaggio ai Led — basti pensare che nel 2017 A2A ha raggiunto 214 mila punti luce installati — e dall’altra prosegue il «piano di ottimizzazione» delle centrali cogenerative portate in dote con l’acquisizione del gruppo Lgh, la multiutility di Rovato, Cremona, Lodi e Pavia. A2A investe anche per ridurre «l’intensità carbonica della generazione elettrica»: ad oggi vale 419 grammi di CO2 per ogni Kwh, al 2022 l’obiettivo è 394 grammi. (m.tr.)