Corriere della Sera (Brescia)

Il Belgio sogna il Mondiale, Bodart la politica

- Davide Zanelli

Forse, a Brescia, assistendo all’incredibil­e rimonta del Belgio contro un commovente Giappone, qualcuno ha ripensato ai tempi in cui la porta dei «Diavoli Rossi» era difesa da Gilbert Bodart, che nell’estate di vent’anni fa divenne portiere delle Rondinelle. Quella dell’ex giocatore classe 1962 è stata una carriera di tutto rispetto, da autentica leggenda dello Standard Liegi, la squadra della città in cui è nato e cresciuto. Una traiettori­a calcistica che, dopo essere stato capitano dello Standard, l’ha visto vincere il premio di miglior portiere del campionato francese nel 1997, al termine dell’unica stagione in cui ha vestito la maglia del Bordeaux. Poi il trasferime­nto in Italia e la scelta di vestire la maglia biancoblù: Corioni per riportare la squadra in Serie A affida la porta agli esperti guantoni del portierone belga, che in due stagioni colleziona più di 50 presenze, prima sotto la guida di Silvio Baldini, poi nell’anno della promozione, con Nedo Sonetti in panchina. Dopo Brescia, ancora una stagione in Italia, a Ravenna, e un’ultima comparsata in Belgio, al KSK Beveren, dove raccoglie una manciata di presenze e si ritira dal calcio giocato. Lo fa da portiere goleador (14 reti da rigorista con la maglia dello Standard) e con il rimpianto di essere nato nella stessa epoca di Jean-Marie Pfaff e Michel Pred’homme, e aver quindi colleziona­to solo 12 presenze con la maglia della propria nazionale.

È il 2002. A questo punto, inizia il post carriera bizzarro di Gil, fatto di alti (pochi) e bassi (molti). Per sei stagioni allena, poi il tracollo. Nel 2008 viene arrestato per aver preso parte, come informator­e, a una rapina nei pressi delle Grotte di Han, dove lavorava da un mese nello staff commercial­e del sito. Il motivo per cui ha partecipat­o al colpo viene presto chiarito: Gil, tra il 2003 e l’anno in cui commette il crimine, è riuscito a perdere qualcosa come 183mila euro nel gioco d’azzardo. Nel 2012 si torna a parlare di lui. Il quotidiano «L’Avenir» lo pesca in un bar di Huy, dove lavora come cameriere. «Ho passato momenti terribili, ma non sbaglio più» afferma.

Sono le parole di un uomo disperato, che vuole lasciarsi alle spalle molti errori. Prova a farlo nel 2015, con un’autobiogra­fia dal titolo «Tutta la verità, nient’altro che la verità». Il libro raccoglie le confession­i del vecchio Gil, come i tifosi bresciani non se lo potrebbero mai immaginare. Una persona troppo lontana dal portiere che aveva saputo conquistar­e il cuore dei bresciani.

Ma la redenzione è lontana. Nel 2017, Virginie Nauray, la sua ex compagna, lo accusa di stalking, violenza domestica e minacce, mentre poco meno di un mese fa arriva la denuncia di un suo ex compagno di squadra, Eric Gerets, simbolo dello Standard Liegi. Gerets, intervista­to da RTL Info, dice: «Se mi punta il dito o corre dietro la mia macchina per prendermi, non mi interessa. Ma se manda un SMS alla mia compagna dicendo: “Vi metteremo un proiettile in testa”, è troppo».

Follia, gioco d’azzardo e minacce. La vita di Bodart non smette di sorprender­e. E l’ultima sorpresa risale a una settimana fa: Gil entra in politica. Correrà infatti per le elezioni comunali del prossimo ottobre nel comune di GrâceHollo­gne, come capolista del partito «La Droite» («La Destra»).

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L’ex portiere del Brescia calcio Bodart candidato in Belgio

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