La signora del podio e il suo sogno americano
Da Bastiano e Bastiana al Requiem in re minore K 626. L’autore è sempre il grande Mozart. Ma se la gioiosa operina è un fresco gioco giovanile del 1758, composto quando il genio di Salisburgo non aveva che 12 anni, il
è il lavoro scritto a 35 anni, nel pieno della maturità, mentre febbricitante stava dicendo addio alla vita. È un’opera complessa che ha fatto «tremar le vene e i polsi» anche a direttori come Herbert Von Karajan o Riccardo Muti. Ad affrontare la direzione del Requiem, questa sera a Castiglion Fiorentino (replica a Cortona) è la concittadina Talia Benasi. È la musicista che lo scorso anno ha fondato la Piccola compagnia dell’opera e presentato in diverse sedi Bastiano e Bastiana. Pochi giorni dopo averci fatto conoscere voci nuove Benasi ha affrontato e superato gli esami finali di direzione d’orchestra all’Accademia europea di Vicenza. Sul podio ha diretto l’orchestra d’archi della filarmonica del Veneto. Dopo pochi giorni le è stata offerta una prima occasione: la scrittura da parte della produzione è americana, Iyap (International Young Artist Project di New York). La Benasi dirigerà il Requiem con una compagnia di canto che arrivata dall’America e l’orchestra della Filarmonica di Arezzo. Lavoro estremamente impegnativo. Già da tempo a Cortona sono in corso prove. Cantanti coro e orchestra hanno lavorato con i sostituti. Benasi ha avuto sei gironi a disposizione per i ritocchi e le espressioni. Oggi far musica è lavoro ben impegnativo. La maestra bresciana, se dalle 2 alle 8 di sera ha provato il Requiem durante la mattina, da contratto, ha avuto il compito di preparare i cantanti per una seconda produzione americana. Gianni Schicchi.
L’opera di Puccini è tanto divertente per lo spettatore quanto complicata per gli esecutori. Un vero tour de force per chi come la Benasi ha avuto l’incarico di preparare le voci. Fra soprani, tenori, baritoni e bassi in Gianni Schicchi, hanno parte — grande o piccola — 15 interpreti. Due parole con Benasi, dopo l’ultima prova confermano l’entusiasmo della concittadina. Confida: «Ho studiato Mozart féss féss — come diciamo noi della Leonessa —. Io poi amo profondamente Requiem. Credo sia un’opera da studiare tutta una vita e non certo in pochi giorni anche se la si conosce bene. Spero solo che Mozart, eventualmente. mi perdoni».
Piccola pausa e poi una confessione: «Più studio e più mi commuovo perché queste pagine sono qualcosa di indescrivibile, musica allo stato puro».