Nuovi palasport e triplo villaggio Atleti di casa allo Scalo Romana Emma Bonino lascia il ruolo di ambasciatrice
Nel dossier quattro «fan zone», arena a Santa Giulia e hockey al Portello
Tre villaggi olimpici, quattro fan zone, piazza Duomo per le cerimonie e le medaglie. Il sogno di Milano Olimpica prende forma. Il dossier per ospitare i giochi invernali del 2026 è arrivato ieri al Coni. Si tratta di una candidatura spalmata su tre «aree». La città e l’hinterland, la Valtellina, l’Engadina.
Milano e i suoi palazzetti saranno il teatro delle discipline del «ghiaccio». Le gare al coperto si svolgeranno tra il nuovo Palalido (hockey), l’ex Palasharp (dove sorgerà un nuovo impianto per il curling), il Forum di Assago (pattinaggio), una tensostruttura in zona Portello per l’hockey femminile e infine il futuro palazzetto dello sport, un’arena da 18 mila posti che dovrebbe ospitare a Santa Giulia le gare di velocità. Il PalaOlimpico, secondo i piani, nascerà praticamente a fianco del primo e più grande dei tre villaggi olimpici previsti: quello cittadino, lo ha annunciato lo stesso Beppe Sala, sarà allestito in uno scalo dismesso. Allo scalo Romana, nello specifico, 220 mila metri quadrati di binari e magazzini abbandonati. Due estati fa quegli spazi accolsero la festa milanese dell’Unità, dieci anni dopo potrebbe toccare agli atleti di hockey, curling e pattinaggio. Un’area a metà strada tra Linate e il centro storico, tra l’aeroporto cittadino e le location dove i Giochi 2026 avranno le vetrine più prestigiose: piazza Duomo si trasformerà in medals plaza, mentre il dossier prevede ben quatto aree di ritrovo per i fan, con maxischermi e momenti a tema: il Castello, piazza Gae Aulenti, piazza Tre Torri e la Darsena.
Milano, Svizzera. Perché se il Coni e il governo decidessero, entro il 10 luglio, che la capitale del Nord ha più chance olimpiche delle competitor italiane — Torino e Cortina —
Dopo due anni, Emma Bonino non sarà più l’«ambasciatrice» all’estero di Milano. La leader radicale lascia l’incarico di collaborazione gratuita con il Comune. Ieri si è chiuso il bando per un funzionario che si occuperà dei rapporti tra Palazzo Marino e l’Ue, e di dare la caccia ai finanziamenti europei. Beppe Sala affida ai social il suo ringraziamento a Emma Bonino per «l’ottimo lavoro». E spiega: «Con l’elezione al Senato si occuperà a tempo pieno del suo ruolo istituzionale». e se poi il Cio l’anno prossimo assegnasse davvero i Giochi all’Italia, Milano 2026 si andrebbe a sviluppare su un’area geografica enorme. Le gare di sci, fondo e discesa, finirebbero in Valtellina, sulle piste che già ospitano le specialità di coppa del mondo, Bormio e Santa Caterina Valfurva, mentre bob, slittino e salti dal trampolino sconfinerebbero in Engadina. Ognuna delle tre «macro-aree» avrà ovviamente il suo villaggio olimpico. Detto della scalo Romana a Milano, il dossier individua per la Valtellina i padiglioni del vecchio ospedale di Sondalo e una struttura alberghiera di Sankt Moritz per il terzo mini-villaggio degli atleti in gara.
Oggi il presidente del Coni Giovanni Malagò è a Milano per incontrare il governatore Attilio Fontana e Beppe Sala. «Ne ho parlato con Giorgetti e Malagò — ha detto il sindaco — . Il punto vero è capire quali possibilità hanno le tre candidature italiane. A Torino avevo offerto all’inizio una collaborazione, ma c’era stata un blocco del “sistema” locale, per cui siamo andati avanti e ora deciderà il governo. Rimango convinto che non sia facile che a soli 12 anni di distanza vengano riassegnate le Olimpiadi a Torino e che quindi sarebbe stato meglio che le due città lavorassero insieme». «Il nostro progetto è migliore», fa sintesi Fontana.
La sfida è lanciata. Il fronte milanese mette dalla stessa parte la Regione a guida leghista e il Comune di centrosinistra. Gl unici che si sfilano sono i Cinque Stelle, in evidente imbarazzo politico per la concorrenza della Torino di Chiara Appendino. Una prova si è avuta ieri al Pirellone. La mozione della pd Carmela Rozza, a sostegno della candidatura lombarda, ha ricevuto il sì di tutto il Consiglio regionale, con l’eccezione degli eletti grillini, nel frattempo usciti dall’aula.
Il punto vero è capire quali possibilità hanno le tre candidature italiane
A Torino c’è stato un blocco del sistema locale, noi andremo avanti e deciderà il governo