Festa in scena per il No’hma
Livia Pomodoro madrina della serata-spettacolo per i dieci anni del teatro
«Per dieci anni abbiamo testimoniato il racconto di un’umanità che cerca il suo perché, abbiamo lavorato per far crescere dentro di noi un nuovo Altro, come ha sempre desiderato mia sorella Teresa». Livia Pomodoro festeggia domani il compleanno del Teatro No’hma, una grande serata con musica dal vivo e danze da diversi Paesi del mondo (ore 21, via Orcagna 2, ingresso libero prenotazione tel. 02. 45.48.50.85). Ed è questa l’occasione per fare il punto e riflettere sugli obiettivi raggiunti: dal 2008 ad oggi 350 spettacoli provenienti dall’Italia e dall’estero, 700 alzate di sipario, mezzo milione di spettatori, il tutto in un teatro che non fa pagare il biglietto e conquista di stagione in stagione nuovi pubblici. Un risultato ottenuto dalle motivazioni e dalle scelte della sua fondatrice: «Il primo cartellone è stato pensato subito dopo la scomparsa di Teresa, drammaturga coraggiosa che ha sempre creduto in un teatro indipendente, “nudo”, di frontiera. Il tema di quella stagione fu ‘le guerre dimenticate’, dal delta del Niger al confine Usa-Mexico, ma anche quelle battaglie agite sul corpo delle donne in Italia e dall’altra parte del mondo, iniziò così la vita di questo teatro, un’esperienza straordinaria che coinvolse circa 50mila spettatori all’anno e ora siamo un punto di riferimento, i nostri spettacoli si possono vedere anche in streaming».
Con una prestigiosa giuria composta da maestri della scena (da Eugenio Barba a Lev Dodin) che ogni anno per il «Premio internazionale Teatro Nudo» ogni anno sul palco compagnie alla loro prima volta in Italia («l’anno prossimo spero di poter ospitare le due Coree insieme»), mentre con il suo «Dono per Milano», Livia Pomodoro ha regalato alla città serate con artisti come Beppe Barra, Massimo Popolizio, Enzo Moscato e Marilena Crippa. E per il 2019? «La stagione è dedicata alle relazioni umane, quelle complesse da costruire tutti i giorni: un tema che ci riguarda da vicino perché siamo tutti ospiti sulla Terra e tutti siamo alla ricerca di un antidoto alla solitudine che ci circonda».