Bus senza le paratie Sia: sono pericolose
Un imputato: non sono sicure per gli autisti
Lesioni colpose gravi. Di questo devono rispondere i vertici dell’azienda di trasporto Sia che, secondo la Procura di Brescia, non avrebbe messo in campo tutte le misure per garantire la sicurezza dei conducenti e dei controllori dei bus in servizio sulle circa 2mila corse attive ogni giorno. Oggetto del contendere tra l’azienda e le rappresentanze sindacali della Cgil (Camera del lavoro e Filt si sono costituite parte civile) è la mancata installazione di paratie a protezione degli autisti.
Una richiesta che era stata avanzata dopo una serie di aggressioni di cui erano rimasti vittime alcuni conducenti in diversi episodi (alcuni anche molto gravi), ultimamente, per fortuna, diminuiti. Richiesta sorretta anche da due prescrizioni compiute dall’Ats, ma alle quali non era mai stato ottemperato e per questo la stessa Ats aveva presentato formale denuncia. Ieri mattina il direttore di esercizio di Sia, Roberto Salerno (a giudizio con il presidente Ambrogio Benaglia e l’amministratore delegato Luca Del Barba), ha spiegato come l’azienda negli anni si sia impegnata per tutelare i lavoratori, organizzando corsi di formazione per imparare a rapportarsi con l’utenza, soprattutto in situazioni di tensione (quando capita che qualcuno non intenda pagare il biglietto, ad esempio) e istituendo un gruppo di analisi del rischio di aggressione, riconosciuto come oggettivo, una Commissione aggressioni e un punto di ascolto per i lavoratori, oltre ad aver installato, dal 2008, su 340 bus dei 428 della flotta, telecamere di sorveglianza che hanno «un’efficace finalità dissuasiva». Ma Salerno, rappresentando la posizione della Sia, è stato categorico sul «no» alle paratie che dovrebbero essere apribili, comunque, anche dall’esterno, per legge. «Se anche le case costruttrici dei bus non ne prevedono l’installazione, evidentemente si è valutato che i rischi sono maggiori dei benefici, soprattutto in caso di incidente, con la possibilità di ulteriori danni al conducente, segregato al posto di guida», ha sottolineato il direttore, ricordando che l’eventuale presenza di paratie, un paio di anni fa, non avrebbe permesso a due utenti di fermare il bus e prestare soccorso ad autista colto da malore e rimasto con il piede piantato sull’acceleratore (con grave pericolo anche per i passeggeri), mentre l’autobus era in corsa. «Ma noi non possiamo continuare a prendere le botte», hanno ribadito fuori dall’aula i rappresentanti sindacali.