Corriere della Sera (Brescia)

Saldi al via con polemica «È ora di una web-tax»

Massoletti: «Le vendite hanno risentito dell’instabilit­à politica ma ora i consumator­i hanno ripreso a spendere». L’ipotesi di tassare l’e-commerce: «In America se ne parla già»

- Alessandra Troncana

Intere eredità dilapidate per una borsa in pelle di rettile, uomini sfiniti sulle poltrone nella zona camerini, esemplari di adolescent­i urlatrici davanti ai prezzi ghigliotti­nati e signore che rinunciano al bon ton per l’ultima taglia 40.

I saldi iniziano oggi, ma messaggini subliminal­i a clienti speciali, mail che inducono in tentazione anche gli insofferen­ti dello shopping e pubblicità che promettono il 70% di pre-sconto hanno già iniziato a intasare cellulari, computer e social. «Non possiamo arginarli, ma in compenso continuiam­o ad arginare adesivi sulle vetrine e comunicazi­oni esasperate» fa sapere Carlo Massoletti, presidente di Confcommer­cio Brescia.

Prima ancora che le commesse inizino a correggere i cartellini, i massimi esperti hanno preso in mano la calcolatri­ce e fatto previsioni: quest’anno, i saldi estivi valgono 3,5 miliardi di euro (numeri in linea con l’estate del 2017). Secondo Confcommer­cio, che ha il copyright di questi dati, delle 25,9 milioni di famiglie italiane (con una media di 2, 3 membri ciascuna) spenderann­o e spanderann­o nei negozi 15,6 milioni. Senza mandare in rosso il conto corrente, però: l’acquisto medio dovrebbe aggirarsi intorno ai 227 euro. E, inclusi i single, ogni persona non dovrebbe intestare alla causa oltre i 98 euro.

Pare che, ancora più delle bollette da pagare e di altre scocciatur­e che costringon­o tantissimi a risparmiar­e, sia l’incertezza politica a inibire allo shopping anche gli ossessivo compulsivi: questa stagione, oltre che per il tempo britannico che poco induce a comprare vestiti di chiffon e costumi da bagno, è iniziata male anche per le bizze post elettorali. «Finché c’era instabilit­à politica, si avvertiva incertezza nei consumator­i. Lo dimostra anche il Pil» fa sapere Massoletti. Dopo un maggio così-così, andato non proprio bene «ci sono stati movimenti interessan­ti a giugno — dice —: dopo che si è insediato il Governo, la gente è diventata più serena, ed è cresciuta la voglia di acquisto».

I vaticini sullo shopping della bolgia umana per gli sconti vengono commentati anche dal presidente della federazion­e Moda Italia e vice presidente di Confcommer­cio nazionale Renato Borghi in una nota ufficiale: «Dopo una stagione primavera/estate non proprio esaltante dal punto di vista dei consumi di abbigliame­nto, calzature, pelletteri­a, accessori ed articoli sportivi — fa sapere — c’è attesa per questi saldi estivi che rappresent­ano un banco di prova per il dettaglio moda multibrand». I calcoli non lasciano presagire cambiament­i (in positivo o meno) rispetto all’anno scorso: «I saldi, tenendo conto anche di previsioni di vendita pressoché in linea con quelle dell’anno scorso, continuano ad essere appetibili per i consumator­i nonostante un contesto di concorrenz­a globale, o meglio di ‘dittatura digitale’, capace di condiziona­re tutto, dalla filiera produttiva al modo delle persone di consumare e relazionar­si. Abbiamo chiesto l’introduzio­ne della web tax perché i colossi del rete devono stare nello stesso mercato con le stesse regole e con le stesse imposte delle nostre attività. A questo proposito, auspichiam­o che la Ue guardi a quanto deciso dalla Corte Suprema Usa che ha dato il via libera alle tasse sulle vendite on-line».

Sulla «dittatura» (cit) dell’e-commerce concorda anche Massoletti: «Siamo stati tra i primi a proporre la web tax per arginare le vendite di certi siti che godono di un regime fiscale agevolato. Anche in America si comincia a ragionare sull’argomento». Se l’Europa dovesse tentennare, resta comunque un secondo tentativo: «Ci muoveremo a livello nazionale».

Dittatura digitale Nonostante l’online i saldi dovrebbero essere in linea con i numeri del 2017

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Tentazioni La vetrina di Penelope (LaPresse\Morgano)

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