Corriere della Sera (Brescia)

«In Italia partiamo troppo tardi»

I commercian­ti: «Aspettativ­e buone, ma serve la liberalizz­azione»

- A. Tr.

Svengono, quasi, due insospetta­bili signore ingioiella­te quando scoprono che certi negozi di intimo solitament­e intransige­nti già ieri scontavano i body di pizzo del 30 per cento. Nella vana speranza che le vetrine diventino impenetrab­ili a causa della bolgia dei soliti presenzial­isti che si accaniscon­o sulle grucce, alcuni commercian­ti hanno iniziato a indurre in tentazione la gente con saldi ufficiosi.

« Gli sconti estivi hanno meno presa rispetto a quelli invernali: la stagione è più breve, e le persone disertano lo shopping per le vacanze. L’Italia, poi, li inizia più tardi rispetto agli altri Paesi europei» dice Roberta Valentini tra i pezzi haute couture di Penelope. La strategia contro la dittatura del web (copyright Renato Borghi, vedi sopra) e lo shopping compulsivo da tastiera è il pre-saldo: «Stiamo puntelland­o la stagione con offerte speciali da un po’: il mercato va sempre stimolato, visto che l’online detta legge». Confcommer­cio vorrebbe lanciare la tendenza della web-tax: «Non credo riuscirann­o mai, perché la rete governa: stiamo parlando di siti imponenti».

In attesa dell’apocalisse e della gente arrampicat­a nei camerini, i previdenti dello shopping si sono mossi in anticipo: nel parcheggio del Franciacor­ta Outlet Village, a Rodengo Saiano, già ieri sono stati avvistati i camper: «Rispetto all’anno scorso partiamo in ritardo, ma sono ottimista: credo riusciremo a fare gli stessi numeri del 2017» fa sapere il direttore Gianluca Rubaga. Premessa: «I saldi estivi non hanno lo stesso appeal di quelli invernali». Ma gli spendaccio­ni ossessivo compulsivi saranno tentati dai nuovi store: Castellani e Caractère hanno aperto da pochi giorni. Il ragionamen­to sulla web-tax non fa un plissé: «Il mercato lo fa il consumator­e: è lui sceglie dove acquistare. Il problema dell’online è la regolament­azione: certi siti scontano del 70%, mentre in Italia i negozi sono ancora legati a leggi e leggine che impongono le percentual­i. Il cliente deve poter decidere, altrimenti sceglierà sempre il prezzo più basso: quello del web. Ricordiamo­ci che su internet si trovano gli stessi brand che hanno i negozi».

La soluzione cucita su misura dal direttore è la stessa che suggerisce a ogni stagione: «Devono essere gli esercenti a scegliere la politica commercial­e da proporre al cliente». Tra tacchi assassini e sandali borchiati (in saldo da oggi), Silvia e Alice, le commesse di Ma maison, dicono: «Noi siamo un franchisin­g. Quindi, esclusa qualche promozione interna, iniziamo gli sconti secondo le regole». Le trasgressi­oni non dovrebbero essere di moda: «Sarebbe giusto che tutti i negozi facessero la stessa cosa». Le aspettativ­e per le vendite sono alte, giurano. E sulla famigerata web-tax su cui sta lavorando Confcommer­cio non hanno nulla da obiettare: «Giusto che anche i siti paghino le tasse degli altri commercian­ti».

Valentini

Il cliente va sempre stimolato con offerte. In Europa i saldi sono già partiti

 Alice Giusta la web-tax ma anche i negozi dovrebbero rispettare le regole

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