Cancellò i dati dall’ecografo Prosciolto medico del Civile
Il responsabile di Elettrofisiologia era accusato di intralcio alla giustizia
Non fu intralcio alla giustizia. Per questo il gup, Alessandra Sabatucci, ha disposto ieri mattina il non luogo a procedere, perché il reato non sussiste, nei confronti di Antonio Curnis, responsabile del laboratorio di Elettrofisiologia dell’Ospedale Civile di Brescia, finito nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta su attività diagnostiche, svolte senza il pagamento dei ticket e senza liste d’attesa, per la quale è finita nel mirino della Procura Ermanna Chiari, responsabile del laboratorio di ecocardiografia dello stesso ospedale.
Per visite ed esami veniva preso in prestito un ecografo dell’Elettrofisiologia, dal quale, prima che la Procura potesse svolgere ulteriori accertamenti, Antonio Curnis aveva cancellato tutti i dati relativi ai pazienti per i quali era stato utilizzato il macchinario. Per l’accusa un’azione di intralcio alle indagini.
Ma Curnis si era difeso dicendo che, seguendo la normale procedura, per tutelare la privacy dei pazienti erano stati eliminati nomi e esiti degli esami, per la necessità di mandare in manutenzione l’ecografo. E ieri, accogliendo la richiesta di proscioglimento avanzata dal pm Ambrogio Cassiani (subentrato alla collega Eliana Dolce che aveva avviato l’inchiesta e poi era stata trasferita ad altra sede), ha fatto decadere ogni accusa nei confronti del primario. Ermanna Chiari, invece, sarà in aula il prossimo 14 dicembre.
Abuso d’ufficio il reato che le viene contestato. Sarà sentita dal gip Luca Tringali che deciderà se concedere la messa alla prova della responsabile del servizio di ecocardiografia (sospesa per due mesi, rispetto all’anno intero chiesto dal pm, dalle sue funzioni all’inizio dell’anno) che si anche è detta disponibile a risarcire il danno arrecato alla sanità pubblica che ammonterebbe a circa 3 mila euro (61,76 euro per ogni ecocardiografia transtoracica, 85 euro per un’ecocardiografia da stress). Le indagini, che comprendono episodi dal 2014, era stata avviata (sull’onda di un’altra inchiesta su esami eseguiti da un medico russo, sempre gratis e senza coda, su gruppi di connazionali che arrivavano a Brescia per le diagnosi) lo scorso anno, accertando 44 casi di visite ed esami, amici e conoscenti, elud e n d o l i s te d ’a t te s a e pagamenti per le prestazioni.
«Avevo chiesto alla dottoressa di darmi un’occhiata perché non mi sentivo bene e la Chiari mi fece subito l’esame dopo avermi sentito il polso», aveva raccontato uno dei pazienti.
Gli accertamenti dei Nas sui macchinari avevano rilevato mancanze di riscontri tra i dati dei macchinari e gli elenchi delle prenotazioni nel 75% delle prestazioni erogate. Secondo la Procura i casi, però, potrebbero essere molti di più, centinaia, forse, ma impossibili da ricostruire.
L’inchiesta Il professionista si è difeso spiegando di aver agito per tutelare la privacy dei pazienti