Corriere della Sera (Brescia)

Crimi e quella strana idea di democrazia dei 5 stelle

- Di Ilario Bertoletti

Rischiaran­te: così appare l’intervista rilasciata dal sottosegre­tario all’editoria, il bresciano Vito Crimi al Corriere edizione di Brescia. Chiarisce le idee guida del Movimento 5 Stelle sui fondamenti della democrazia e illumina le ragioni profonde della alleanza con la Lega. Crimi afferma che è a favore della giungla della Rete – dove v’è il monopolio dei grandi gruppi, ad esempio Google – e si compiace di fatto che la crisi della stampa libera cartacea porti alla sua morte. Ma la stampa pluralista non è la prima garanzia delle libertà liberali? Ed essa si fonda sulla proprietà intellettu­ale dei prodotti: contro la quale, e lo dimostra quanto è avvenuto al Parlamento europeo in questi giorni, si stanno scatenando le lobbies monopolist­iche. Qui è in gioco la forma contempora­nea dell’ «habeas corpus»( il principio del liberalism­o: nessun tocchi il mio corpo): l’ «habeas intellectu­m». La proprietà privata del lavoro intellettu­ale nella sua creatività e nelle sue molteplici forme: tra redazioni, intellettu­ali proletariz­zati di ultima generazion­e e profession­isti delle arti e dei saperi. Quella proprietà che i padri del liberalism­o (da Locke a Kant e Rosmini, da Popper a Berlin) hanno riconosciu­to come la condizione della libertà prima, la libertà negativa come «liberta da»: da ogni costrizion­e e intromissi­one, sia statale o monopolist­ica. Libertà e proprietà come sinonimo di pluralismo. Chiarifica­trice è più che mai l’intervista di Crimi nel mostrare come l’illiberali­smo sia ciò che rende affini il populismo di destra della Lega e quello, per così dire, di sinistra dei 5 Stelle. Con una differenza: se la Lega ha fatto proprio il motto«vae victis»: guai ai disgraziat­i (siano essi i profughi o gli zingari), i 5 Stelle rappresent­ano al meglio il carattere potenzialm­ente liberticid­a dell’ appello alla democrazia diretta, che azzera le mediazioni e i corpi intermedi. Alcuni anni fa uno dei padri del liberalism­o italiano – Nicola Matteucci - aveva tracciato il profilo del populismo come avversario, nell’idolatrare la democrazia diretta, del costituzio­nalismo. Ha qualcosa di sgomentant­e che ancora oggi si debba ribadire che fuori dalla democrazia rappresent­ativa – o liberale - non c’è altro che l’anticamera della democrazia totalitari­a: l’avversione di fatto e di diritto al pluralismo e alla sua virtù, il compromess­o. Democrazia che ha in Rousseau il suo ideologo. L’ideologo simbolo dei 5 Stelle. Esser conservato­ri oggi – per usare le parole stesse di Crimi, ma rovesciate di segno – è avere a cuore i valori liberali ed essere fedeli a una etica della responsabi­lità.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy