Roberto Ferrari e Sonny Colbrelli partono alla conquista di Parigi
Il ciclista della Bahrain Merida sogna di vincere una tappa e di far tornare grande Nibali
Due bresciani al Tour de France o meglio due valsabbini. Sonny Colbrelli (Bahrain Merida) e Roberto Ferrari (UAE-Team Emirates) provano a lasciare al segno nella loro seconda partecipazione alla Grande Boucle. I due ciclisti si allenano sullo stesso territorio, ma, pur essendo molto veloci, hanno caratteristiche differenti. Colbrelli è un predestinato a suo agio nelle Classiche di un giorno, ma meno nei grandi giri; gode della stima di tutto il gruppo per le sue evidenti qualità. Ferrari è l’atleta che ogni direttore sportivo vorrebbe avere nel suo team: lotta (a volte troppo) con il fisico, non si risparmia e sa mettersi al servizio della squadra. Per lui, dopo l’esperienza nel 2013, si tratta di un ritorno a distanza di cinque anni nella corsa più importante per gli appassionati delle due ruote.
Entrambi iniziano la loro avventura consapevoli che, prima di tutto, dovranno aiutare i loro capitani, rispettivamente Vincenzo Nibali e Daniel Martin, a restare nelle prime posizioni di classifica. Ma non si accontenteranno di questo. Sonny si giocherà le sue carte nelle volate ristrette: non ha ancora vinto in un grande Giro, ma può, a 28 anni, infrangere il tabù. Le sue condizioni di forma sono molto buone. E si è visto anche al Campionato italiano di Darfo anche se non è riuscito nel suo intento di indossare la maglia tricolare. Dalla sua ha dimostrato di poter lottare con i migliori come si è visto al Giro di Svizzera dove ha preceduto Peter Sagan e Fernando Gaviria. Può contare su una buona squadra con interpreti affidabili (Domenico Pozzovivo e l’eterno Franco Pellizzotti, il più longevo del Tour, su tutti) che permetteranno di “agitare” la corsa in tanti frangenti. L’obiettivo dichiarato è, però, quello di riportare sul podio Vincenzo Nibali e, perché no, aiutarlo a ripetere l’impresa del 2014.
Non sarà facile con i vari Froome, Bardet, Quintana e Dumoulin ( anche perché questa edizione non appare troppo dura). «Non ho guardato con attenzione tutte le giornate – dichiara Colbrelli al Corriere –, però già nella seconda tappa ci sarà un arrivo non facile…. Vedremo come girano le gambe, io comunque dovrò restare anche vicino a Vincenzo. Puntiamo al podio, poi vediamo giorno dopo giorno. Io so solo di stare bene: l’allenamento in altura mi ha permesso di avere una buona condizione». Sia Nibali sia Colbrelli avranno poi un altro grande traguardo da affrontare ancora una volta insieme viste le caratteristiche: il Mondiale di Innsbruck a fine settembre. Ma per il momento la concentrazione è tutta sulle 21 tappe che accompagneranno i ciclisti a Parigi sugli ChampsÉlysées. In Francia, forse non avrà ambizioni di vittoria personale come Colbrelli, ma con il suo contributo Ferrari potrà essere davvero determinante. Sì, perché Roberto, 35 anni e 14 vittorie all’attivo (tra queste detiene l’ultimo successo, nel 2012, di un bresciano al Giro), sarà impegnato in particolare a tirare le volate ad Alexander Kristoff. «Ferro» si presenta «molto motivato. Siamo pronti anche come squadra» dice alla vigilia. La strategia è già chiara nella sua testa: «Teoricamente – spiega – abbiamo otto tappe per i velocisti, ma abbiamo anche Martin per la classifica e, quindi, saremo a sua disposizione».
Passano gli anni, ma non mutano le motivazioni di questo gregario dal cuore d’oro che ama il suo lavoro («lo faccio con passione e con piacere») e che, con umiltà, si ritiene «fortunato» per l’opportunità che sta vivendo, anche «se i sacrifici», come si sa, «sono tanti». E non ha alcuna intenzione di lasciare strada ai più giovani, anche perché la sua saggezza tattica e la sua capacità di leggere gli sprint rappresentano un valore aggiunto soprattutto là dove ogni minimo errore o indecisione può essere fatale.
Roberto Ferrari Sono molto motivato e siamo pronti anche come squadra a disposizione di Martin