Corriere della Sera (Brescia)

Migranti, riprendono gli arrivi Un villaggio a Porta Venezia

Primi flussi dopo un anno di stop: circa 200 stranieri. Majorino chiama il governo

- Pierpaolo Lio

Se ne erano perse le tracce un anno fa. E anche allora fu giusto una fiammata di qualche settimana. Estate 2017. Intorno alla stazione Centrale si tornano a vedere scene del passato: intere famiglie siriane a caccia di un «passaggio» verso il Nord Europa. Vengono chiamati «transitant­i»: sono migranti che sfuggendo alle identifica­zioni (che altrimenti li blocchereb­bero in Italia) attraversa­no il Paese con ogni mezzo, fino a Milano prima, e oltreconfi­ne poi. Dodici mesi dopo il fenomeno vive un improvviso colpo di coda. I numeri sono per ora limitati: circa duecento persone, in prevalenza del Corno d’Africa, che insieme ad alcuni «diniegati» (migranti a cui non è stato riconosciu­to il diritto d’asilo) hanno scelto come base piazza Duca d’Aosta e i giardini di Porta Venezia.

A lanciare l’allarme in prefettura è stato ieri Pierfrance­sco Majorino. «Da alcune settimane — spiega l’assessore comunale al Welfare — si verifica una ripresa del fenomeno dei “transitant­i” nella nostra città, quindi di migranti non richiedent­i asilo, in prevalenza di origine eritrea, desiderosi di andare in Austria e Germania, e di profughi che hanno ricevuto il diniego rispetto alla richiesta di asilo. Stimiamo siano circa duecento persone, che si concentran­o prevalente­mente nelle zone di Porta Venezia e della stazione e che arrivano ovviamente dalla Sicilia e da altre città italiane».

I numeri sono lontani da quelli del 2013, del 2014 e del 2015, quando il flusso ininterrot­to di persone in fuga dalla guerra e dirette verso Nord aveva trasfigura­to la stazione Centrale e mobilitato la città. Eppure, rappresent­a «una dinamica da non sottovalut­are», aggiunge Majorino, che rilancia la palla al nuovo esecutivo penta-leghista: «Penso che il ministero dell’Interno non possa assolutame­nte far finta di niente scaricando sulle città la situazione. La competenza ovviamente è totalmente del governo. Si tratta infatti di persone che diventano senzatetto, poiché sappiamo non esserci la volontà di accoglierl­e nelle strutture di accoglienz­a da parte del Viminale, e poiché non vengono identifica­te o gestite in alcun modo. Il Viminale credo debba decidere con molta chiarezza cosa fare».

Il tema, politicame­nte sensibile, scatena un botta e risposta. Per Riccardo De Corato Leggi, commenta e condividi il dossier migranti. Video, foto e aggiorname­nti di cronaca sul sito l’unica via d’uscita possibile è infatti l’espulsione. «Bloccati gli sbarchi via mare, aumentano quelli via terra — afferma l’assessore regionale alla Sicurezza —. C’è la questione dei “migranti di ritorno”, ovvero quelli che vengono mandati via dai Paesi confinanti con l’Italia e che tornano nel nostro territorio. La soluzione di Regione Lomdi

bardia è di convogliar­e questi profughi, ad esclusione di donne incinta e bambini, nei centri per il rimpatrio». «Non sa di che parla — ribatte a muso duro Majorino —. Al di là della mia personale opinione sui Cpr, per attuare quel tipo di soluzione ci vorranno mesi. La Regione deve spiegare come aiuta le città nelle prossime settimane».

A oggi il capoluogo — dati di Palazzo Marino — ospita ogni notte cinquemila persone, tra richiedent­i asilo, rifugiati e minori non accompagna­ti. A questi si aggiungono altri 579 stranieri accolti nei centri comunali dedicati ai senza fissa dimora in quanto usciti dai circuiti ufficiali dell’accoglienz­a (in genere perché «diniegati»).

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Il rifugioCir­ca duecento persone arrivate in città dalla Sicilia e dirette a Nord, in prevalenza del Corno d’Africa, insieme ad alcuni «diniegati» (migranti a cui non è stato riconosciu­to il diritto d’asilo) hanno scelto come base piazza Duca d’Aosta e i giardini di Porta Venezia
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