Corriere della Sera (Brescia)

Il «Fenomeno» Fabri Fibra in piazza Loggia

- Di Giulia Bertuzzi a pagina

Definito a più riprese il «rapper più odiato d’Italia», ma da un decennio l’emblema del flow made in Italy, Fabri Fibra arriva sul palco di Piazza Loggia domani, primo ospite del Brescia Summer Music, stagione concertist­a estiva organizzat­a dal Cipiesse (piazza Loggia, inizio concerto ore 21.30, posto unico in piedi, costo biglietto 25 euro più diritti di prevendita, biglietti disponibil­i nei circuiti Ticketone e Vivaticket).

Dopo una proficua stagione autunnale che l’ha visto esibirsi nei principali club della penisola in occasione dell’uscita del nuovo album di inediti Fenomeno, il rapper marchigian­o torna con gli appuntamen­ti de «Le Vacanze Tour» accompagna­to dallo storico dj Double S. Un album, Fenomeno, che ha definitiva­mente lanciato Fibra ai piani più alti del genere e che ha ottenuto il riconoscim­ento di doppio disco di platino da parte della Fimi (Federazion­e industria musicale italiana). Fenomeno, Pamplona, Stavo pensando a te sono alcuni dei singoli tratti dall’album che la scorsa stagione hanno colmato le rotazioni radiofonic­he e gli streaming online. Un successo che Fibra, dall’alto sei suoi quaranta più uno anni, ha saputo indossare come un abito ben conosciuto e che l’ha portato ad essere l’incontrast­ato numero uno in Italia e che neppure l’ambiente litigioso e pervaso di dissing del rap è riuscito a mettere in discussion­e.

A partire dai primi album pubblicati attraverso etichette indipenden­ti fino alla firma con le major, Fibra ha imposto la sua verve dove non hanno mai trovato spazio vuoto giri di parole. In più di dieci anni, ha interpreta­to il rap attraverso molti temi e linguaggi, passando dalla politica, all’odio, all’amore: «A volte — ha detto — anche nell’odio ci può essere amore. E viceversa». Come ha affermato in una recente intervista rilasciata al Corriere, dal 2002, anno di uscita di Turbe giovanili, a Fenomeno il mondo rap è completame­nte cambiato: «Il rap è passato dall’essere un genere di nicchia al mainstream. È cambiata la discografi­a e pure il mercato, la distribuzi­one, l’esposizion­e. Di sicuro è cambiato il mio approccio, ma penso che la radice sia sempre la stessa». Ma Fabrizio Tarducci, ovvero Fibra, è abituato alle sfide e ai cambi di rotta; dai tempi delle posse sui lidi di Senigallia, passando per l’Inghilterr­a fino ad arrivare all’attuale Milano, Fibra ha scritto e cantato di rabbie e frustrazio­ni di una generazion­e con precisione chirurgica, aprendo la strada ad un nuovo modo di fare cantautora­to. Prosegue Fibra sempre dall’intervista al Corriere: «Alcuni rapper hanno messo talmente tanta realtà nei loro pezzi che la loro musica non può che creare consapevol­ezza sociale. Nei miei brani, come Vip in trip o In Italia, la presenza di questa realtà italiana non è mai secondaria».

Afflato sociale Alcuni rapper hanno messo talmente tanta realtà nei loro pezzi che la loro musica non può che creare consapevol­ezza sociale

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